Cresce il partito di FacebooK Il dissenso giovanile sul web..di P.M. De Biagi (NQ di Rimini)

Mentre la politica indugia in bizantinismi e in riti stanchi: costituenti socialiste, patti federativi in salsa democristiana, manovre di sopravvivenza, una buona parte del Paese sta scoprendo una realtà nuova, diversa, appassionante e lontana anni luce d…a una cultura che ripropone le cattive abitudini e le aggregazioni proprie del secolo scorso.  Gli oltre 12.000  consensi al referendum del 27 marzo, celebrato sì su una modalità di alienazione di terreni dello Stato, ma di fatto come verifica politica su due anni di governo del Patto per San Marino, hanno prodotto una fragorosa quanto sorprendente onda d’urto rispetto a un fortino che fino a quel momento sembrava impermeabile ad ogni inquietudine e ad ogni incursione, che pure era stata tentata. Ed ecco che, in primo luogo sulla rete,  i giovani, ma non solo loro, hanno ritrovato motivazioni ed entusiasmo per urlare la loro indignazione e il loro dissenso da un sistema che ha perso le caratteristiche originali e distintive e da una classe dirigente che si rivela inidonea al proprio ruolo e che, se non bastasse, dà l’impressione di assecondare ingiustizie e disuguaglianze anziché contrastarle. E neppure è casuale, conseguentemente, che qualcuno si faccia promotore, sempre sulla rete, di un “ritorno all’arengo”. Al di là di tutto c’è chiara l’impressione che qualcosa si sia spezzato, se è anche vero che alcune associazioni di categoria sono pronte ad attuare “una sorta di sciopero bianco per dare un segnale  forte a tutto il Paese”, qualora non trovino la disponibilità del governo a “confrontare e a condividere le loro proposte”. Il Mics, imprenditori e cittadini sammarinesi, poi, attraverso un suo esponente,  non nasconde che “la gente è stanca” e che “si inizia a percepire la presa di coscienza generale. Si tratta solo di capire – incalza – quando ci sarà il d-day. Si fa più reale il rischio di una rivolta da parte di chi vuole il cambiamento, che non sarà a Roma, come auspicato dal Segretario di Stato agli Esteri, ma a San Marino”. E per gli stessi sindacati non c’è solo e soprattutto la legittima battaglia per i frontalieri, ma l’ineludibile impegno di salvaguardia del futuro di migliaia di lavoratori, al cui fianco stanno combattendo con la determinazione richiesta dalla congiuntura del Paese. Quel che si percepisce, quindi, è un ancor insufficiente ma incoraggiante risveglio da una sorta di narcosi da benessere, che forse non produrrà – e neppure c’è da augurarsi che lo faccia – insurrezioni giacobine o trasformazioni men che civili, ma solo – e non sarebbe poco – la riaffermazione di una sovranità di popolo che da troppo tempo appare vanificata, se non addirittura espropriata. San Marino quindi ad una svolta, nonostante tutto? Forse sì. O, se si vuole, inevitabilmente sì. Anche perché, a fronte di atteggiamenti e di segnali tanto netti, è difficile per chiunque adoperarsi in acrobazie affinché tutto resti com’è ora. Pier Roberto De Biagi per “Nuovo Quotidiano di Rimini” Mostra altro

Di: Pier Roberto De Biagi