Cri: dopo stop alluvione, 27/e gare nazionali primo soccorso

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  • (ANSA) – PESARO, 06 OTT – “Essere pronti ad intervenire in
    qualsiasi emergenza, perché quello che conta quando sei un
    Volontario della Croce Rossa Italiana (CRI) è riuscire a portare
    aiuto, sempre e comunque, anche in situazioni difficili, come
    nel caso dell’alluvione che ha recentemente colpito le Marche”
    per la quale l’associazione ha impegnato 700 unità e 289 mezzi.
        Con “questo spirito e con la testa e il cuore rivolti alle zone
    interessate dall’esondazione”, scrive la CRI, venerdì 7 e sabato
    8 ottobre si svolgerà a Pesaro la 27/a Edizione delle Gare
    Nazionali di Primo Soccorso CRI, programmate per il 16 e 17
    settembre e poi rinviate a causa di questa grave crisi che ha
    colpito le zone limitrofe alla competizione.
        La gara, organizzata con supporto del Comitato regionale
    Marche CRI e del Comitato di Pesaro della CRI, vedrà i
    Volontari, divisi in 15 squadre regionali, impegnati in diversi
    scenari di emergenza allestiti ad hoc, sfruttando i luoghi più
    caratteristici della città come teatri di intervento.
        L’iniziativa permetterà di confrontare e valutare, in un
    contesto sereno ma estremamente scrupoloso, la loro
    preparazione.
        “Le vite di centinaia di persone nelle Marche sono state
    stravolte dall’alluvione che si è verificata nella notte tra il
    15 e il 16 settembre, un’emergenza che ha strappato affetti e
    danneggiato gravemente case, strade, città intere. I Volontari
    della CRI – dichiarato Francesco Rocca, presidente della CRI –
    hanno lavorato senza sosta e continuano a farlo. Le Gare
    Nazionali di Primo Soccorso, rinviate per consentire al meglio
    le operazioni di soccorso, rappresentano un momento di alta
    formazione, quella che poi serve per operare al meglio in
    contesti come questo; ma anche di rilancio della nostra raccolta
    fondi, visto che le esigenze sono tante e non dobbiamo lasciare
    soli questi territori. La localizzazione dell’aiuto umanitario è
    un qualcosa per cui mi batto da sempre, anche a livello
    internazionale, visto che consente di intervenire prontamente e
    con corretta conoscenza delle aree di crisi in cui si opera,
    aumentando l’efficacia del soccorso e riducendo le sofferenze
    delle persone”. (ANSA).
       


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