Ieri il referendum che ha sancito la scelta pro Mosca della penisola. Oggi arriva la risposta dell’Ue: negati i visti e congelati gli asset detenuti all’estero. E degli Usa.
Niente di nuovo sotto il sole della Crimea: la penisola ha scelto, con una valanga di sì, la secessione da Kiev. Il Cremlino subito si è affrettato a dire: “Voto legittimo”. Diametralmente opposto il parere degli Stati Uniti e dell’Unione europea. Nella notte durissima telefonata della Merkel a Putin.
La cancelliera tedesca ha detto che “la situazione in Crimea è inaccettabile”, condannando lo schieramento delle truppe da parte dei russi in territorio ucraino. La Casa Bianca ha definito “pericolose e destabilizzanti” le azioni russe, invitando tutta la comunità internazionale a reagire. Intanto oggi i 28 ministri degli Esteri dell’Ue, riunitisi aBruxelles, hanno deciso di infliggere sanzioni a 21 personalità russe ed ucraine considerate coinvolte a vario titolo nell’intervento di Mosca in Crimea.
Tra le misure adottate la negazione dei visti e il congelamento degli asset detenuti all’estero. Altre misure seguiranno nei prossimi giorni, come ha precisato il ministro degli Esteri lituano, Linas Antanas Linkevicius. Il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, al termine della riunione dei ministri ha detto:“L’obiettivo è di evitare che la Russia cada nelle tentazioni di isolamento internazionale”.
Ma torniamo alla Crimea. Il Consiglio supremo (parlamento) della penisola ha votato una mozione che sancisce l’indipendenza dall’Ucraina. Lo riferisce Ria Novosti, all’indomani del referendum che ha visto quasi il 97% dei partecipanti chiedere l’annessione alla Russia.
Nella mozione i deputati del parlamento di Simferopoli chiedono a Mosca di accogliere la Crimea come nuovo soggetto della Federazione russa, con lo status di Repubblica. Al momento la Federazione è composta di 83 soggeti tra regioni, distretti, autonomie, repubbliche e città di rilievo federale. Intanto oggi una delegazione della Crimea andrà a Mosca per discutere l’annessione della penisola sul Mar Nero alla Russia.
Durissima la presa di posizione di Kiev. Il presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turchynov, ha liquidato il referendum come “una grande farsa”: è la prima reazione ufficiale di Kiev. Intervenuto in Parlamento Turchynov ha condannato “la prolungata aggressione in Crimea che la Russia – ha detto – sta tentando di nascondere con questagrande farsa che loro chiamano referendum e che non sarà mai riconosciuto né dall’Ucraina né dal mondo civilizzato”.
Il presidente ha dunque invitato i deputati a dare il “via libera” alla parzialemobilitazione delle truppeucraine.

L’Ucraina intanto ha richiamato il proprio ambasciatore in Russia, Volodimir Ielcenko, “per consultazioni”. Il Giornale