Nel quadro delle iniziative promosse dalla CSU per affrontare la grave situazione in cui versa l’economia e l’occupazione a San Marino, anche alla luce dell’esodo di aziende sammarinesi in territorio italiano, nella giornata di oggi la CSU ha chiesto due incontri: uno con il Congresso di Stato e uno con i partiti. Questo il testo della lettera inviata al Governo e a tutte le forze politiche.
“La difficile congiuntura economica attuale sta creando notevoli problemi al nostro tessuto economico. San Marino in tale contesto sta vivendo una crisi di sistema paradossale: da una parte la fetta di economia che ha subìto più pesantemente gli effetti della crisi internazionale si è fortemente ridimensionata facendo pagare il prezzo più alto ai lavoratori in termini perdita di posti lavoro.
Dall’altra quella parte di imprese sane e virtuose che nonostante la crisi hanno investito e stanno tutt’ora investendo nella qualità e nella formazione della risorsa umana, producendo beni e servizi altamente competitivi sul mercato internazionale, in particolar modo su quello italiano, a causa dell’inesistente rapporto con l’Italia, e in particolare per effetto del decreto incentivi e della permanenza nella black list italiana, hanno fatto la scelta di uscire dal nostro paese portandosi appresso anche i lavoratori.
Questo, oltre che impoverire la nostra economia e indebolire il nostro tessuto occupazionale, produrrà in prospettiva un pressoché totale disinteresse ad investire a San Marino. Al contempo si crea un fenomeno al quale nessuno di noi aveva mai assistito in tempi moderni, e cioè quello della migrazione di lavoratori nostri concittadini fuori dai confini a condizioni contrattuali peggiorative. Tale problematica rischia di creare conflitti sociali di dimensioni inimmaginabili se non opportunamente governata attraverso la creazione di condizioni che consentano di difendere i posti di lavoro a San Marino.”
Ufficio Stampa