Forse a ore potrebbe essere noto il nome del nuovo direttore della San Marino Rtv. Nel tardo pomeriggio, infatti, si riunirà il Consiglio di Amministrazione della Rai, con all’ordine del giorno, fra l’altro, proprio la difficile situazione della Tv di Stato sammarinese, afflitta da un bilancio 2023 non approvato e da una situazione finanziaria-gestionale che visto il disavanzo di quasi due milioni di euro nell’ultimo esercizio, il 2023 appunto, potremmo addirittura definire “scellerata”.
Qualcosa trapelerà di certo entro domani. Visto che appare definitivamente tramontata l’opzione Antonio Farné. tutto lascia intendere che in Viale Mazzini si sia già fatta la scelta di Luciano Ghelfi, reduce dalla conduzione della diretta Rai Due sull’attacco missilistico iraniano contro Israele, per succedere ad Andrea Vianello alla direzione generale di Rtv.

Stamattina, intanto, un duro attacco alla gestione economica della Tv di Stato italiana è arrivato dalla prima pagina de “Il Foglio”, il quotidiano fondato a suo tempo da Giuliano Ferrara, che ha titolato: “La Rai fa debiti pure a San Marino: conti in rosso per quasi due milioni di euro” (leggi qui).
Ma, al di là del nome del successore del dimissionario Andrea Vianello, ad attirare l’interesse di chi tiene al futuro della San Marino Rtv sarà senza dubbio la strategia di risanamento che scaturirà dai lavori del Cda di Viale Mazzini, ovvero come il socio italiano della sammarinese Eras, intenderà intervenire per risanare i bilanci della sua partecipata del Titano.
…E che interverrà nell’ottica del ripianamento dei conti è scontato, se non altro analizzando nel dettaglio il rigetto del bilancio 2023 in seno al Consiglio di Amministrazione della Rtv spa, determinato dal voto contrario all’approvazione esercitato dai due membri di nomina Rai, poi condiviso dal membro sammarinese di nomina Rete, la quale -alla luce di ciò-, ricalcando l’indole simil-grillina che è alla base del movimento sammarinese, quando l’intransigenza populista che la rende “efficacissima” -in senso di conquista dei consensi- nel ruolo di opposizione viene trasferita in ruoli di responsabilità, si rivela altrettanto “bravissima” a trasformare un problema serio da risolvere in un dramma che può rivelarsi fatale…
Ma lasciamo le mie opinioni personali e torniamo alla Rtv. Quello che si evidenzia scendendo nei meandri dell’attualità legata alla tv di Stato sammarinese è, senza dubbio, la passività della componente sammarinese rispetto alle decisioni che assume la Rai. Lo stesso rigetto del bilancio 2023, determinato dal voto Rai e dall’inattesa spalla trovata nel membro indicato da Rete, ne è un esempio lampante.
San Marino, quindi, attraverso i suoi responsabili e il suo governo, è il momento che tiri fuori gli “attributi”, mettendo Viale Mazzini di fronte a due precise scelte:
– restituire alla Repubblica di San Marino la sua “piccola” Tv territoriale sammarinese e, quindi, restituire il canale 51 -sufficiente per la diffusione via etere in territorio Rsm, riprendendosi il “grande” 831;
– Inviare sul Titano al posto di un direttore generale con competenze (anche autorevoli) giornalistiche, scegliendo fra i suoi 13mila dipendenti, un dg con comprovate e alte specificità manageriali, capace di adeguare il comparto commerciale e pubblicitario alle esigenze di bilancio di una tv con un bacino di utenza -e quindi costi- grande quanto la Penisola.
Inutile ribadire che propenderei per la prima ipotesi, pur nella consapevolezza che questo significherebbe un non esagerato ridimensionamento del “baraccone” attuale. Del resto -e lo dice l’esperienza, lo dicono i dati attuali-, del palinsesto e dell’informazione della San Marino Rtv non gliene frega assolutamente nulla né ad un catanese né, tantomeno, ad un triestino.
Sparirebbero i costi enormi rappresentati dal canale 831, non entrerebbero a bilancio i costi altrettanto ingenti del satellite e, soprattutto, si supererebbe un palinsesto senza alcuna identità, contenitore “a caso” di cronache sommarie di eventi internazionali alternate alla notizia del ragazzino che si è rotto un dito rovinando a terra con il suo motorino nella curva di “Bustràc”.
Mi sembra ridicolo -come impostazione, ben inteso, non relativamente alla professionalità di chi lo realizza-, l’attuale Tg San Marino… Come mi sembra ridicolo destinare risorse economiche a rubriche come, ad esempio, quella dell’iperpresente, su un po’ tutte le tv italiane, Paolo Mieli. Non come “l’occhio” sulle elezioni Usa di Alan Fredman, ma quasi…
Cari membri del Cda di Viale Mazzini… Ridateci il canale 51! Riprendetevi il canale 831 con Mieli, Friedman, annessi e connessi… Oppure, inviateci manager capaci di generare un indotto economico capace di trasformare la “piccola” e oggi “confusionaria”, senza identità, Tv di Stato sammarinese in un network nazionale capace di sostenersi nel difficile mercato radiotelevisivo italino.
Enrico Lazzari