
Non bastavano i turni sfibranti, sempre di più nel numero e sempre di più con pause irrisorie, i doppiaggi al “buio”, a schermo nero, senza colonne: ora la vera minaccia alla “nobile arte” del doppiatore arriva dall’Intelligenza Artificiale. Lancia l’allarme, parlando con l’ANSA, Cristiana Lionello, figlia e ‘sorella’ d’arte: suo padre, Oreste, era attore, dialoghista , comico, cabarettista, conduttore e doppiatore, voce, tra gli altri, di Woody Allen. Anche i suoi fratelli sono attori e doppiatori e ora anche una sua nipotina, che ha iniziato quasi per gioco, ha scoperto di avere un talento per questa professione. “Ci nasci con il talento, poi il mestiere una volta lo imparavi sul campo: ora non si fa più. Si faceva la gavetta una volta. Io ho iniziato con il teatro, i primi tempi mi ‘incantavo’, ma poi quando parlavo si sentiva la differenza. E quelli che fanno la differenza sono ancora pochi” scrolla le spalle Cristiana, voce italiana di grandi dive, da Sharon Stone a Melanie Griffith, da Annette Bening a Romy Schneider o Michelle Pfeiffer. Ma la minaccia “IA” rischia di risucchiare tutti: i doppiatori che “la differenza” la fanno e quelli ancora alle prime armi. Con l’avvento delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale il loro lavoro rischia di diventare obsoleto, perché le voci degli attori potrebbero essere “clonate” e tradotte con algoritmi di intelligenza artificiale, in modo da poter essere utilizzate in tutte le lingue. Sarebbe la fine del lavoro del doppiatore: ” la tecnologia è una cosa meravigliosa: ci fa incontrare per telefono, pagare le tasse con un click ma non può uccidere l’essere umano e ancora di più l’arte. L’intelligenza artificiale sul linguaggio doveva servire a scopi medici, a dare voce alle persone che non possono parlare. E invece quello che sta succedendo è che sta rubando lavoro, che stanno clonando le voci degli attori: non so se sia una fake news ma quello che si sente dire è che abbiano clonato anche la voce di Angelina Jolie. E che grazie all’intelligenza artificiale la traduce direttamente in tutte le lingue” è l’allarme dell’attrice-doppiatrice. Sarebbe la fine non solo del doppiatore ma di tutti i mestieri legati a questa funzione, i dialoghisti tanto per dirne uno: grazie alle “liberatorie che ci fanno firmare a fine turno” facendole passare per mere trafile burocratiche, “rischiamo di concedere l’utilizzo anche delle nostre voci” allo sfruttamento tramite l’intelligenza artificiale. “E’ un allarme che dobbiamo tenere in seria considerazione: come quando sono nate le tv private. Sembrava una cosa da poco. Invece da allora è cambiato tutto, è nato un nuovo mondo”. Anche per questo, avverte Cristiana Lionello, è necessario rinnovare il contratto dei doppiatori, “scaduto da 15 anni. Siamo determinati a non farci prendere più per il naso. Vogliamo tutti ricominciare a lavorare ma non siamo disposti a tergiversare ancora: a gennaio la nostra controparte non si è di nuovo presentata e siamo arrivati a fare tre settimane di sciopero. Siamo stanchi di sentir parlare solo di fuffa”.
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