Criticare sì, ma con senso (l’editoriale di David Oddone)

Giusto, giustissimo, anzi doveroso lamentarsi. Chi sta nella stanza dei bottoni va sempre spronato a fare meglio, altrimenti il rischio è quello di sedersi sugli allori.

Nel delicato ingranaggio della democrazia, inoltre, ognuno è chiamato a svolgere il proprio compito, fra cui vi è certamente quello di criticare, puntare il dito, analizzare, finanche vigilare.

Fatta questa breve ma doverosa premessa, trovo stucchevole e demagogico quanto accade in Repubblica, non certo da oggi.

Il debito? Non va bene. L’Europa? Non va bene. La legge di bilancio? Non va bene. La nuova legge sulle residenze? Non va bene. Le pensioni? Non vanno bene. Il codice deontologico dei Consiglieri? Non va bene. Si potrebbe andare avanti per ore, sprecando pagine virtuali per approdare forse a nulla.

Nondimeno, conosco sin troppo bene le regole del gioco, forse con una chiarezza maggiore rispetto a parecchi degli attuali protagonisti della politica o dell’economia sammarinese.

So perfettamente che si deve anche recitare una parte, nessuno si senta offeso dalla definizione.

Ma qui mi pare si stia un poco passando il segno. Se è tutto un no, mi si venga a spiegare come pagare Tizio o accontentare Caio. Già perché mentre si boccia ogni cosa, si pretende allo stesso tempo di aumentare stipendi, liquidare benefit, aggiungere servizi, e via discorrendo.

E mai che si legga una proposta costruttiva con un senso compiuto, ovvero – per usare un termine tecnico – dove sia indicata la cosiddetta copertura.

Il principio è piuttosto semplice da comprendere: io potrei proporre di fare trovare sotto l’albero ad ogni sammarinese 500 euro, e sono sicuro che farei incetta di applausi: ma dove li reperisco i fondi per coprire tale regalia?

Sto ovviamente estremizzando il concetto, tuttavia sarebbe gradito dai vari stakeholders che si contendono le prime pagine dei media, massima serietà e magari qualche proposta saggia e lungimirante. Anzi basterebbe qualche proposta.

Se si blocca tutto, se ogni provvedimento che porta il governo viene tacciato come “sbagliato”, qualcosa non funziona. È poco elegante dirlo, ma è necessario ricordare che l’operato del Congresso di Stato è già finito sotto la lente dei sammarinesi, che alle elezioni hanno espresso un giudizio piuttosto eloquente.

Arriviamo così al nocciolo dell’odierno editoriale. Serve coraggio. I sammarinesi hanno messo nelle mani dell’attuale esecutivo e maggioranza un enorme potere, che equivale a responsabilità altrettanto grandi. Ecco allora che si pretende si faccia molto di più.

L’impressione, a tratti, è infatti che qualche Segretario o partito, non voglia “osare”, magari nel timore di scontentare questa o quella categoria o persona. Niente di più sbagliato. Un conto è condividere, ascoltare, coinvolgere: il che è o dovrebbe sempre essere la prassi. Un altro però è frenare il Paese per paura di sbagliare o del giudizio del commentatore di turno.

I maligni parlano di legislatura di passaggio, affermano che non si concluderà nulla perché sono state messe assieme forze troppo litigiose e difformi fra loro. Eppure, a me hanno insegnato che la diversità è una grandissima virtù e che quando ci si “mischia”, viene sempre fuori qualcosa di meglio rispetto a prima.

Si prenda quale esempio principe la Costituzione italiana, una delle opere più straordinarie che siano state scritte: ebbene la sua grandezza è dovuta proprio alla mediazione, al fatto che alla sua stesura hanno partecipato forze politiche agli antipodi.

Prima di chiudere lancio una ulteriore provocazione. Nessuno si permetta di parlare di “guerra fra bande” in riferimento alle recenti polemiche che hanno investito alcuni congressisti. Le “bande” appartengono a un passato piuttosto recente, quando c’è stato chi voleva assoggettare i poteri dello Stato al proprio tornaconto. Serve maggiore rispetto e onestà intellettuale per analizzare gli eventi. Allo stesso modo non si deve dare la stura per attaccare, a chi non ha altri argomenti al di là del gossip. A buon intenditor, poche parole.

Il 2025 sarà un anno fondamentale, che coinciderà con l’ingresso dell’Antica Repubblica a pieno titolo nella famiglia europea. Ci saranno tantissime opportunità da cogliere, si dovrà obtorto collo fare squadra. Compreso chi oggi critica in maniera poco costruttiva, a senso unico, forse in mala fede, rappresentando una zavorra piuttosto che un valore aggiunto.

David Oddone

(La Serenissima)