La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo ha assolto l’Italia dall’accusa di violazione dei diritti umani per l’esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche. La decisione della Corte è stata approvata con 15 voti favorevoli e due contrari.
I giudici hanno accolto la tesi in base alla quale non sussistono elementi che provino l’eventuale influenza sugli alunni dell’esposizione del Crocifisso nella aule scolastiche. Si chiude dunque si mette fine al dossier del caso ‘Lautsi contro Italia’.
Il procedimento era arrivato a Strasburgo tramite Sonia Lautsi, cittadina italiana nata finlandese, che lamentò la presenza del Crocifisso nelle aule della scuola pubblica frequentata allora dai figli, parlando di ingerenza incompatibile con il diritto ad un’educazione conforme alle convinzioni dei genitori non credenti.
La prima sentenza della Corte (9 novembre 2009) diede, all’unanimità, ragione alla signora Lautsi, riconoscendo una violazione da parte dell’Italia di norme sulla libertà di pensiero, convinzione e religione.
Il Governo italiano ha chiesto il ricorso alla Grande Chambre della Corte, ritenendo la sentenza 2009 lesiva della libertà religiosa individuale e collettiva come riconosciuta dallo Stato italiano. La Grande Camera ha prima accettato la domanda di rinvio e ha emesso oggi la sua decisione definitiva.
Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha poi scritto ai suoi omologhi dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa una lettera esplicativa della posizione italiana e ha trovato l’appoggio formale, davanti alla Corte, di San Marino, Malta, Lituania, Romania, Bulgaria, Principato di Monaco, Federazione Russa, Cipro, Grecia e Armenia.
Dunque la vittoria oggi non è solo dell’Italia ma anche di questi Paesi e di tutti coloro che ritenevano assurdo imporre la rimozione del Crocifisso dalle aule scolastiche.
(23 marzo 2011)