Crollano gli affari con la Russia. «Saremo costretti a chiudere». Le attività del Gros: «Incassi calati fino al 90% in questi mesi»A rischio tanti posti di lavoro Il rublo si svaluta ancora, in ginocchio centinaia di imprese. Enzo Donald Mularoni: ”ordini dalla Russia calati vistosamente”

turiste-russe-in-discotecaGirano tra gli scaffali, finalmente decidono di comprare, ma poi una volta alla cassa guardano le ultime notizie sullo smartphone e fanno dietrofront. «Ci dispiace dicono imbarazzate le signore russe alla cassa ma non possiamo permetterci di comprare nulla. Il rublo ha perso ancora valore. Va già bene se ci resta qualche soldo per finire la vacanza…».

Scene come questa, avvenuta ieri in un negozio del Gros, la dicono lunga. I pochi russi che ancora si avventurano in vacanza da queste parti (e nel resto d’Italia) rinunciano ormai anche allo shopping. Non potrebbe essere altrimenti, con una moneta che ogni giorno si svaluta di più. Ieri la quotazione del rublo è scesa addirittura a 90 (ovvero 90 rubli per fare un euro), per poi risalire a 88.

Solo pochi giorni fa, venerdì viaggiava ancora a 78. Impietoso il paragone con due anni fa quando, di questi tempi, un euro equivaleva a 39 rubli. Di questo passo, i russi a Rimini li vedremo col contagocce. E se Mosca è in recessione, tra le centinaia di aziende riminesi (oltre ai negozi e agli hotel) che fanno affari con la Russia, da tempo si è scatenato il panico.

«Qui al Gros conferma il presidente Claudio Semprini Cesari abbiamo una cinquantina di aziende che lavorano con la Russia, quasi tutte legate ad abbigliamento, calzature, accessori, per un totale di circa 180 dipendenti. Alcune di queste passo rischiano seriamente di chiudere entro la fine dell’anno, altre hanno già iniziato a mettere in cassa integrazione i dipendenti per cercare di risparmiare, in attesa di tempi migliori.

E’ una situazione drammatica, che non si era mai verificata prima, e che sta mettendo in ginocchio la nostra economia. Alcune delle nostre aziende lamentano un calo degli affari con la Russia anche dell’80-90%». Una delle imprese al Gros che più lavora con i russi è la Justmode, maxi-negozio di abbigliamento da 4mila metri quadrati. «Da settembre abbiamo già perso il 90% del fatturato ammette il titolare, Antonio Boccia e non si vedono segnali di inversione di tendenza. Già abbiamo dovuto rinunciare a parte del personale: quest’estate eravamo in 40, ora siamo meno di 30 perché non abbiamo potuto rinnovare i contratti a tempo determinato. Proviamo a resistere, ma così è dura».

I numeri, continua Boccia, «dicono tutto: fino a un anno avevamo oltre 300 russi al giorno, ora siamo a 20-30. E non è solo un problema della classe media: anche quelli più ricchi non viaggiano più. La chiusura dell’aeroporto? Ha inciso, ma ora la causa è soprattutto il rublo».

«Con la Russia fare affari sta diventando un problema conferma anche il noto industriale Enzo Donald Mularoni, di Ceramiche Del Conca Non abbiamo ancora avuto disdette, ma gli ordini dalla Russia sono in forte calo e tutti gli operatori russi sono molto preoccupati». Sono oltre una cinquantina le industrie riminesi che esportano in Russia. Se nel 2013 il calo è stato del 6%, nel 2014 l’export verso la Russia è destinato a subire un crollo a doppia cifra…

Il Reso del Carlino