CROLLO MANCINI, LA FESTA È VIOLA

mancini_1061543650x438TRADISCE clamorosamente l’Inter nella notte della verità, trasformatasi in serata da incubi. Trascinata da Kalinic sogna invece la Fiorentina sotto le stelle di San Siro, dopo aver vinto (anzi, stravinto) 4-1 la sfida che le permette di agganciare i nerazzurri al primo posto in classifica a 15 punti. Il verdetto del posticipo è clamoroso ma giusto, il poker dei viola è un messaggio al campionato perché i ragazzi di Paulo Sousa hanno dominato in lungo e in largo chiudendo il match dopo ventidue minuti durante i quali i Mancio-boys si sono trovati sotto di tre gol, asfaltati da avversari che hanno approfittato delle tante, troppe, amnesie difensive di Handanovic e soci. Del resto che non fosse serata per l’Inter lo si era intuito durante il riscaldamento, quando l’ex Jovetic (il più atteso anche perché finora il più decisivo) si fermava per un risentimento ai flessori della coscia sinistra. Fuori il montenegrino e dentro Palacio in una squadra messa in campo malissimo, con un autolesionistico 3-5-2 (a tratti 3-4-3) che già dopo novanta secondi “cucinava” la prima frittata: passaggio di Medel all’indietro per l’impacciato Handanovic che stendeva Kalinic dopo un goffo controllo coi piedi. Rigore trasformato da Ilicic e gara subito in salita. Ma la coincidenza di fattori negativi non era finita: al 17’ i viola raddoppiavano con Kalinic che raccoglieva una plateale ma errata respinta di Handanovic su conclusione da fuori di Ilicic e al 22’ ancora lo scatenato croato faceva 3-0 raccogliendo un perfetto cross di Alonso dalla sinistra con tutta l’Inter imbambolata. A completare il disastro, perché al peggio non c’è mai fine, l’espulsione di Miranda (30’) costretto ad atterrare il solito, lanciatissimo Kalinic. Sotto di tre gol e con un uomo in meno l’Inter non riusciva ad accendere la luce. Mancini passava ad un 4-2-3 più giudizioso ma l’unica palla gol arrivava dai piedi di Tatarusanu (35’) che sfiorava una clamorosa autorete.
Nella ripresa (senza l’evanescente Kondogbia sostituito da Ranocchia) cambiava poco: anche il pubblico, che per un’ora non aveva smesso di incoraggiare la squadra, cominciava a spazientirsi e a fischiare Guarin e Perisic. Veniva fuori allora l’orgoglio dell’Inter che accorciava le distanze con Icardi, bravo a ribadire in rete di testa dopo aver colpito il palo. Un lampo nel buio. Il Mancio rischiava il tutto per tutto, inseriva Biabiany per Perisic e tornava con la difesa a tre, ma a mettere la parola fine ci pensava ancora Kalinic (30’) che rubava di forza il pallone a Santon e metteva in porta. A fine gara, però, con la festa viola anche i cori d’incoraggiamento della Nord per i nerazzurri. Uno scivolone ci può stare, l’importante è rialzarsi subito..

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