È fissata per domani, giovedì 23 ottobre, a Bologna la nuova udienza che deciderà sull’estradizione di Serhii Kuznietsov, l’ex ufficiale ucraino accusato di aver sabotato i gasdotti Nord Stream. La Corte d’Appello è chiamata a riesaminare il caso dopo che la Cassazione ha annullato una precedente decisione favorevole alla consegna alla Germania.
L’appuntamento si terrà alle 10 nell’aula bunker del carcere della Dozza. Kuznietsov, arrestato nel Riminese lo scorso 21 agosto sulla base di un mandato d’arresto europeo, è accusato dalle autorità tedesche di aver partecipato al danneggiamento dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel settembre del 2022. La Corte di Cassazione ha però recentemente annullato con rinvio la prima decisione dei giudici bolognesi, accogliendo un ricorso della difesa, rappresentata dall’avvocato Nicola Canestrini, su un errore nella qualificazione giuridica dei fatti.
La difesa ha annunciato che chiederà lo svolgimento del processo a porte aperte, sottolineando l’importanza di garantire una supervisione pubblica su una vicenda dal chiaro rilievo internazionale. Se la richiesta venisse accolta, l’accesso all’aula sarà consentito previa presentazione di un documento di identità. Sul piano del merito, la linea difensiva sosterrà che le azioni contestate sono avvenute nel contesto del conflitto armato e della legge marziale in Ucraina.
Di conseguenza, secondo i legali, i fatti andrebbero inquadrati come atti di guerra eseguiti su ordine superiore, e quindi coperti da immunità funzionale, in base all’articolo 10 della Costituzione e al diritto internazionale. La difesa intende richiamare a sostegno di questa tesi la nota sentenza ‘Calipari’ del 2008. La parola spetta ora al nuovo collegio della Corte d’Appello, la cui decisione sarà determinante per il futuro dell’ex militare.