Un grave episodio avvenuto in piazza a Bologna l’altro ieri è ora al centro delle verifiche della Procura. L’attivista nota come Lince ha riportato lesioni gravi al volto dopo essere stata colpita da un lacrimogeno durante una manifestazione, con il rischio concreto di perdere la vista da un occhio. La vicenda ha riacceso il dibattito cittadino sulla gestione dell’ordine pubblico e sull’uso della forza da parte degli agenti.
Secondo la ricostruzione finora emersa, la giovane sarebbe stata colpita da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo, impatto che le ha provocato danni seri al volto e all’occhio. Subito dopo, sempre secondo quanto riferito, sia lei sia un’amica sarebbero state colpite più volte con i manganelli su dorso, schiena e testa. Le immagini diffuse nelle ore successive hanno amplificato l’attenzione mediatica e istituzionale sul caso.
La Procura ha avviato un’indagine per chiarire la dinamica dell’intervento e le responsabilità. Il tema dell’ordine pubblico a Bologna, già oggetto di discussioni politiche, è tornato così al centro del confronto. Amnesty International ha espresso preoccupazione, evidenziando come episodi di questo tipo riportino l’attenzione sulla necessità di codici identificativi per gli agenti e sul rispetto delle linee guida nell’uso di strumenti considerati non letali, come lacrimogeni e manganelli.
La vicenda resta in evoluzione mentre si attendono gli sviluppi dell’inchiesta, destinata a incidere sul dibattito riguardante l’equilibrio tra tutela della sicurezza e garanzia dei diritti nelle manifestazioni pubbliche.












