“Piuttosto che vederti con un’altra persona preferisco vederti morta”. Una frase agghiacciante, pronunciata mentre le stringeva le mani al collo durante un turno di lavoro. E’ l’epilogo violento di una persecuzione andata avanti per mesi a Bologna, dove i Carabinieri della Stazione Navile hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un 50enne italiano, indagato per atti persecutori. Per l’uomo e’ scattato il divieto di avvicinamento all’ex compagna, con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Tutto ha avuto inizio circa un anno fa, quando la relazione sentimentale tra i due e’ giunta al capolinea. Una decisione che l’uomo non ha mai accettato, trasformando il rifiuto in un’ossessione patologica. La situazione era resa ancor piu’ delicata dal fatto che persecutore e vittima lavoravano nella stessa azienda: una vicinanza forzata che il 50enne sfruttava per esercitare un controllo asfissiante. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’indagato non perdeva mai di vista la donna, arrivando persino a “cronometrare la pausa mensa” per impedirle di socializzare. Un atteggiamento che aveva creato il vuoto attorno alla vittima: anche i colleghi, consapevoli dell’indole pericolosa dell’uomo e temendo rappresaglie, avevano iniziato a starle alla larga.
L’escalation e’ culminata lo scorso settembre, proprio sul luogo di lavoro. In preda a un raptus di gelosia, il 50enne e’ passato dalla pressione psicologica all’aggressione fisica, afferrando l’ex partner per il collo e minacciandola di morte nel caso l’avesse vista frequentare un altro uomo. Terrorizzata e sfinita, la donna ha trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri. La Procura di Bologna, raccolti gli elementi probatori, ha richiesto e ottenuto dal Giudice la misura cautelare. Rintracciato dai militari, l’uomo e’ stato sottoposto al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, monitorato costantemente tramite il dispositivo elettronico per scongiurare nuovi contatti.
