Cronaca. Bologna, morte di Ettore Pausini: il pentimento dell’investitore riminese e il dolore della famiglia

Il 29enne riminese che domenica scorsa ha investito e ucciso a Bologna l’anziano ciclista Ettore Pausini, fuggendo dopo l’impatto, è distrutto e chiede perdono alla famiglia della vittima. L’uomo, zio della cantante Laura Pausini, è stato travolto mentre era in bicicletta. L’automobilista, che si è costituito l’altro ieri, è ora indagato a piede libero per omicidio stradale aggravato dalla fuga e omissione di soccorso.

Secondo quanto riferito ieri dal suo avvocato, Francesco Murru, il giovane investitore è un ragazzo incensurato, profondamente scosso dall’accaduto. Il legale ha spiegato che il suo assistito avrebbe commesso l’errore di non fermarsi perché non si era reso conto della reale gravità dell’incidente. Da quando ha visto sui media la fotografia della vittima, sarebbe perseguitato dalla sua immagine.

Mentre l’inchiesta coordinata dal pm Domenico Ambrosino procede, con un esame esterno affidato al medico legale sul corpo del 78enne, la famiglia Pausini vive ore di immenso dolore. La figlia di Ettore, Sabrina, ha affidato a È’Tv un commosso ricordo del padre, descrivendolo come una persona colta, buona, generosa e un genitore attento con cui era possibile dialogare di ogni argomento. Lo ha dipinto come un uomo dotato di grande empatia, capace di relazionarsi con tutti senza pregiudizi.

Nel suo messaggio, Sabrina Pausini ha sottolineato una triste coincidenza, ricordando come il padre sia morto proprio nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Pier Paolo Pasolini, autore che amava e di cui discutevano spesso. La figlia ha concluso la sua testimonianza con una ferma richiesta di giustizia per quanto accaduto, sottolineando l’enorme vuoto lasciato dalla perdita.

Ettore Pausini era una figura molto conosciuta e stimata in città. Barbiere e membro della Cna dal 1980, gestiva uno storico salone in piazza Azzarita, frequentato anche da importanti personalità. L’associazione di categoria lo ha ricordato come una persona amata da chiunque lo abbia conosciuto, sottolineando la sua discrezione quando nel suo locale si accomodavano figure istituzionali, per le quali garantiva la massima riservatezza.