Cronaca. Bologna, primo bilancio pesante dopo la notte di guerriglia in stazione: due fermati, 20 feriti e danni ingenti dopo gli scontri scatenati dai “Pro-Pal”

La protesta in solidarietà alla Global Sumud Flotilla e alla popolazione di Gaza è degenerata nella notte in una vera e propria guerriglia urbana che ha messo a ferro e fuoco la stazione centrale. Dopo ore di cortei pacifici, un centinaio di antagonisti e anarchici – ai quali si sono aggiunti successivamente gruppi di “maranza” – hanno preso il controllo della manifestazione trasformandola in un caos ingestibile fatto di bombe carta, petardi e scudi dei carabinieri spezzati sotto la forza degli scontri.

Il bilancio, al momento, parla di 20 feriti, due persone fermate e gravi danni alle infrastrutture ferroviarie e cittadine. I viaggiatori sono rimasti intrappolati tra il fumo dei fumogeni e il panico, con treni bloccati e ritardi pesanti in una delle principali arterie di comunicazione nazionale.

Il sindaco di Bologna ha condannato con fermezza quanto accaduto, definendo la notte appena passata “inaccettabile” e sottolineando come le rivendicazioni non possano mai trasformarsi in violenza cieca.

Linea dura anche dal governo. Il ministro Matteo Salvini ha dichiarato: “Chi lancia fumogeni, bombe carta e mette a ferro e fuoco una città non è un manifestante, è un teppista, e come tale va trattato”. Le parole rispecchiano il clima di duro scontro politico su manifestazioni e sciopero generale, che proprio da Bologna hanno trovato una delle piazze più calde.

Quello che era nato come un corteo ampio e pacifico si è dunque trasformato in uno scenario di devastazione, con immagini di cariche, opposte resistenze e il cuore della città simbolo di accoglienza e cultura messo a ferro e fuoco da una minoranza violenta. Resta ora da capire come questi episodi possano influenzare l’onda di mobilitazioni che sta attraversando l’intera Romagna, tra solidarietà vera e sincera e derive che rischiano di oscurarne i contenuti.

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