“Ci vuole senso di responsabilità prima di rovinare la vita delle persone”, ha detto l’avvocato Domenico Aiello, difensore di Venditti, accusato di aver ricevuto del denaro per scagionare, nel 2017, Andrea Sempio, amico storico di Marco Poggi. Per il legale, “non c’è prova della corruzione e avrebbero dovuto indicare almeno il corruttore”. Aiello ha poi annunciato ricorso al Riesame per il filone di inchiesta Clean 2 che è quel filone dell’inchiesta più ampia chiamata Clean. Se quest’ultima puntava a ricostruire la rete dei rapporti interni al cosiddetto “sistema Pavia”, Clean 2 sposta il focus all’esterno: sui legami economici tra magistrati e società private che collaboravano con gli uffici giudiziari.
Dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e della Gdf di Pavia e Brescia sono emersi “sufficienti indizi per indagare” con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti. E’ la posizione – da quanto appreso – espressa dal pm di Brescia Claudia Moregola nel corso dell’udienza al tribunale del Riesame in cui chiede di respingere il ricorso della difesa contro i sequestri dei dispositivi informatici di Venditti che “non e’ una misura cautelare, ma solo un’attività di perquisizione“. La difesa del magistrato in pensione sostiene l’assenza dei gravi indizi alla base del decreto di perquisizione.
Potrà essere solo la Procura generale della Cassazione a dirimere la questione se ad indagare sull’omicidio di Chiara Poggi tocchi ancora ai pm pavesi o, a causa dell’indagine sull’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, spetti ai pm bresciani. A sollevare il tema è stato nei giorni scorsi, con una nota alla gip pavese Daniela Garlaschelli, alle due rispettive Procure e alle Procure generali competenti per distretto di Milano e Brescia, Domenico Aiello, il difensore di Venditti, in base alle regole relative ai procedimenti che riguardano un magistrato.
Secondo il legale, il fascicolo nel quale Andrea Sempio risponde del delitto di Garlasco, in concorso con altri, deve essere trasferito da Pavia a Brescia. E questo in quanto da questa indagine, quella originaria e definita “il contenitore”, è generato il filone di inchiesta in cui all’ex pubblico ministero è stato contestato il reato di corruzione. In sostanza, per il legale Aiello, c’è una “connessione” che, secondo l’articolo 11 del codice di procedura penale comporta che tutto debba essere trattato dalla stessa Procura, quella bresciana competente sull’ex magistrato.
Rainews