Cronaca. Cattolica, una vela senza barriere: scatta la raccolta fondi per completare il restauro della “Uldb Italia”

Un’imbarcazione storica destinata alla demolizione sta per rinascere con una nuova, nobile missione sociale. A Cattolica è in corso un ambizioso progetto di recupero che mira a trasformare la “Uldb Italia”, uno scafo a vela di 18 metri, in un mezzo completamente accessibile e navigabile anche per persone con disabilità motorie o sensoriali. A guidare l’iniziativa è l’associazione no-profit Puravida 2.0 Aps, che ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe per coprire le ultime spese necessarie al completamento dei lavori.

L’anima del progetto è Bruno Chelotti, portavoce dell’associazione, il quale ha illustrato la filosofia alla base dell’intervento: creare un ambiente dove le barriere vengono abbattute secondo il principio per cui ciò che è accessibile a una persona con disabilità risulta ancora più agevole per un normodotato, mentre non vale il contrario. La barca ha un profondo legame con il territorio, essendo stata costruita proprio a Cattolica nel 1980 dai fratelli Massimo e Mauro Piani. Dopo anni di servizio, l’imbarcazione era finita in disarmo in un cantiere di Orbetello, in Toscana, ed era ormai destinata allo smaltimento prima di essere salvata nell’ottobre del 2022.

Da allora, grazie al sostegno economico di donatori e all’impegno di volontari e ditte specializzate, il restauro è proceduto con interventi strutturali innovativi. Il piano prevede un sottocoperta open-space raggiungibile non solo tramite la classica scaletta, ma anche con un ascensore elettrico. La vera rivoluzione ingegneristica riguarda però il pozzetto esterno: Chelotti ha spiegato che verranno installati piani inclinabili in corrispondenza delle postazioni per le sedie a rotelle. Questo sistema permetterà di contrastare il naturale sbandamento dello scafo durante la navigazione, consentendo alle persone in carrozzina di rimanere in piano, posizionate fronte marcia. Lo stesso meccanismo sarà applicato alla timoneria, offrendo così la possibilità di governare la barca in piena autonomia.

Il traguardo è fissato per il maggio 2026, data prevista per il varo. Fino a questo momento, l’associazione ha investito circa 98mila euro raccolti tramite donazioni, ma per ultimare le rifiniture e rispettare il cronoprogramma mancano all’appello ulteriori risorse. La stima per chiudere il cantiere si aggira intorno ai 20mila euro, cifra che l’associazione spera di raggiungere grazie alla generosità della comunità e di chi crede nel valore dell’inclusione in mare.