Cronaca. Cervia, caso Sindaco Missiroli: la Procura insiste per il carcere. Emergono sconvolgenti dettagli delle violenze denunciate

Le dimissioni dalla carica di primo cittadino non hanno chiuso il capitolo giudiziario per Mattia Missiroli. Nonostante l’ex sindaco di Cervia abbia lasciato il municipio travolto dallo scandalo, la sua posizione legale potrebbe aggravarsi ulteriormente. La Procura di Ravenna, infatti, non si è accontentata delle misure attuali e ha depositato un ricorso al Tribunale della Libertà chiedendo la custodia cautelare in carcere. Nel frattempo, i verbali agli atti restituiscono un quadro di presunte violenze domestiche e psicologiche che, secondo l’accusa, si protrarrebbero da molti anni.

Il ricorso della Procura: maltrattamenti iniziati nel 2009

Proprio mentre Missiroli formalizzava il suo passo indietro politico, gli uffici giudiziari lavoravano per impugnare la decisione del Giudice per le indagini preliminari, che aveva respinto la richiesta di arresto. L’atto, depositato già prima di Natale dal pubblico ministero, contesta la valutazione del Gip sulla non abitualità delle condotte. Secondo la ricostruzione dell’accusa, supportata dai racconti della parte lesa, gli episodi di maltrattamento non sarebbero fatti isolati, ma avrebbero avuto inizio addirittura nel 2009, anno del matrimonio, delineando un contesto di vessazione duraturo nel tempo.

Le accuse della moglie nei verbali di polizia

Dalle carte dell’indagine, svelate da Il Resto del Carlino, emergono i dettagli drammatici forniti dalla moglie agli inquirenti. La donna, pur scegliendo il silenzio pubblico tramite il suo legale Giovanni Scudellari e ribadendo piena fiducia nella magistratura, ha affidato la sua verità ai verbali della Squadra Mobile.

Il racconto della coniuge descrive un progressivo deterioramento del rapporto, caratterizzato da denigrazioni verbali pesanti in cui veniva sminuita come donna e come madre, con offese dirette al suo valore personale e alle sue origini. Ma la narrazione tocca anche episodi di violenza fisica. Risalirebbe al 2012 un primo grave episodio in cui la donna, dopo aver ricevuto uno schiaffo, avrebbe lamentato problemi alla vista. In quell’occasione, recatasi al pronto soccorso, riferì al medico la natura traumatica dell’evento in presenza del marito, il quale, secondo la testimonianza, rimase in silenzio senza smentire.

Nonostante tentativi di ricucire il rapporto attraverso percorsi di terapia di coppia e supporti esterni, la situazione sarebbe precipitata nuovamente negli ultimi anni. La donna ha riferito di un episodio del gennaio 2020, in cui sarebbe stata gettata a terra e colpita alla schiena, e di un altro scontro avvenuto nel dicembre 2023. In quest’ultimo caso, scaturito da discussioni economiche su un conto condiviso trovato vuoto, la lite sarebbe degenerata in camera da letto: la vittima ha descritto di essere stata colpita con dei calci alla schiena mentre l’uomo si trovava in piedi sul materasso, fermandosi solo davanti alla minaccia di chiamare le forze dell’ordine.

L’episodio scatenante e il video come prova

L’ultimo atto di questa vicenda risale al 5 dicembre scorso, evento che ha fatto scattare il codice rosso. Al culmine di un litigio banale riguardante una porta di casa, la donna sarebbe stata spinta con forza, cadendo e riportando lesioni a un braccio giudicate guaribili in sette giorni. In quei frangenti, la vittima ha avuto la prontezza di attivare la fotocamera del cellulare, registrando un video in cui, rivolgendosi al marito, documentava l’accaduto e chiedeva che le violenze cessassero.

Ora la parola passa nuovamente ai giudici di Bologna, che dovranno valutare se accogliere la richiesta dell’accusa per la carcerazione, mentre la comunità di Cervia resta in attesa degli sviluppi di una vicenda che ha scosso profondamente la vita pubblica e privata della città.