Cronaca. Cesena, rissa a sfondo xenofobo e neofascista? Macchè: “Rissa partita da una provocazione, non un pestaggio a sfondo politico”. Gli “aggressori” smentiscono sdegnati la versione della “vittima” albanese

Mentre proseguono le indagini sulla violenta aggressione denunciata da un trentenne di origini albanesi avvenuta in corso Mazzini, emerge una ricostruzione opposta dei fatti da parte dei giovani coinvolti e del movimento Difendi Cesena, che respingono con decisione l’etichetta di “pestaggio squadrista” circolata nei giorni scorsi.

In una nota inviata al Corriere Romagna, il gruppo afferma che la vicenda sarebbe stata strumentalizzata, parlando di “criminalizzazione di uno dei pochi episodi in cui ragazzi italiani, anziché subire atteggiamenti prepotenti, hanno reagito e prevalso”. Secondo questa versione, la rissa non avrebbe avuto alcuna matrice politica o razzista, ma sarebbe nata da una provocazione attribuita proprio a chi ha poi sporto denuncia.

Difendi Cesena sostiene inoltre che alcune testimonianze oculari smentirebbero la prima ricostruzione diffusa dai media. “Se il centro storico fosse adeguatamente videosorvegliato – si legge nella nota – le immagini avrebbero chiarito subito l’accaduto. L’amministrazione, invece di invitare i cittadini a fornire informazioni, dovrebbe spiegare perché ancora manca un sistema efficace di telecamere.”

A parlare sono anche alcuni componenti del gruppo di giovanissimi che, la sera dell’episodio, avevano sfilato nel centro di Cesena esponendo uno striscione con la scritta “Giovani Cesena 1312” e intonando l’inno di Mameli. “Era una semplice serata tra amici – spiegano – e ci sembra assurdo essere definiti ‘fascisti’ solo perché abbiamo cantato l’inno d’Italia e sventolato una bandiera tricolore. Molti di noi non hanno interessi politici, altri addirittura idee contrarie.”

Gli stessi giovani riconoscono che il confronto con i due ragazzi stranieri è degenerato, ma negano che si sia trattato di un’aggressione premeditata. “Non è stato giusto reagire in tanti – ammettono – ma la provocazione è partita da loro. Non accettiamo che venga raccontato come un pestaggio squadrista privo di motivazioni.”

L’inchiesta della Polizia prosegue per ricostruire con esattezza dinamica e responsabilità di quanto accaduto, mentre in città resta acceso il dibattito sul clima di tensione e sulle accuse di estremismo politico che l’episodio ha riacceso.