Le indagini della Polizia di Stato sono in corso per fare piena luce sull’episodio violento avvenuto nel cuore di Cesena l’altro ieri notte, quando un violento alterco è degenerato in un accoltellamento. L’ipotesi principale al vaglio degli inquirenti collega l’accaduto agli ambienti dello spaccio di sostanze stupefacenti e al controllo delle piazze cittadine, considerando anche i precedenti specifici che riguardano la persona rimasta ferita in modo più serio.
La ricostruzione dei fatti riconduce l’aggressione alla notte tra sabato e domenica scorsi, poco dopo la mezzanotte, lungo i portici di corso Ubaldo Comandini. Lo scontro ha coinvolto due uomini di origine magrebina: un trentenne e un ventiquattrenne. Secondo quanto emerso, la lite sarebbe iniziata con uno scontro fisico a mani nude in mezzo alla strada, causando danni anche ad alcuni veicoli in sosta, per poi culminare con l’utilizzo di un’arma da taglio. A lanciare l’allarme è stato un passante che, notando il trentenne perdere sangue, ha richiesto l’intervento dei soccorsi.
Il bilancio sanitario vede il trentenne ricoverato all’ospedale Bufalini per una ferita da arma bianca alla schiena, con una prognosi stimata in circa trenta giorni. Il ventiquattrenne, che ha riportato lesioni lievi a una mano, è stato denunciato a piede libero. Gli investigatori sospettano che alla base del gesto vi sia un regolamento di conti. A supporto di questa tesi vi è il profilo della vittima trentenne, che nel corso dell’anno corrente è stata più volte coinvolta in episodi analoghi: arrestata a febbraio per detenzione di droga ai fini di spaccio e già ferita con un coltello lo scorso ottobre nella zona dei giardini Savelli, sempre in un contesto presumibilmente legato agli stupefacenti.
L’episodio ha immediatamente riacceso il dibattito politico e sindacale sulla sicurezza urbana. Il gruppo Cesena siamo noi ha evidenziato la complessità del problema sociale, sottolineando la presenza di marginalità e conflitti non gestiti. La formazione politica ha auspicato un piano straordinario che preveda non solo il controllo del territorio, ma anche un forte coinvolgimento dei servizi sociali per agire sulle cause del disagio e non solo sugli effetti.
Dai banchi dell’opposizione, il consigliere di Fratelli d’Italia Andrea Imperato ha criticato l’amministrazione, definendo inaccettabile l’atteggiamento della Giunta. L’esponente politico ha tenuto a distinguere tra la maggioranza di cittadini stranieri che vivono e lavorano onestamente in città e quella parte che, vivendo di espedienti e illegalità, rappresenta un pericolo costante per la comunità.
Anche le parti sociali sono intervenute con fermezza. La Uil cesenate ha descritto la microcriminalità come una problematica sempre più diffusa, invitando le istituzioni a non ignorare la realtà. Il sindacato ha proposto come unica soluzione efficace il coordinamento tra forze dell’ordine, istituzioni e parti sociali, rilanciando la necessità di convocare urgentemente il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. La Uil ha inoltre preso le distanze dalle proposte di ronde cittadine avanzate da altre formazioni, sostenendo che la sicurezza si garantisce attraverso le istituzioni e non con iniziative private che rischiano di generare divisioni.
Sulla stessa linea si è espresso Giuliano Zignani, già segretario regionale della Uil, il quale ha rimarcato come le risse e gli episodi violenti siano ormai una costante dei fine settimana nel centro storico. Zignani ha sollecitato nuovamente la convocazione del Comitato per la sicurezza, lamentando una mancata risposta da parte del primo cittadino e dell’amministrazione comunale di fronte a una situazione giudicata ormai insostenibile.













