Cronaca. Cosa indossava Chiara Poggi quando è stata uccisa e perché collana e bracciali vengono analizzati solo ora

Un orologio, tre bracciali, una collanina con un dente di squalo, una cavigliera e due orecchini. Uno ancora sul lobo delle orecchie e un altro trovato per terra. Oltre ai vestiti, è questo ciò che indossava Chiara Poggi quando è stata uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia di Garlasco. Di questi oggetti in 18 anni è stata analizzata solo la cavigliera: gli esami non hanno dato nessun risultato signifìcativo e il resto è stato ritenuto dal Ris non utile alle indagini e quindi mai analizzato. Ora, quando la Procura di Pavia indaga per la terza volta Andrea Sempio, i consulenti della famiglia Poggi stanno procedendo a fare tutti gli accertamenti del caso su questi oggetti.

Si parla di oggetti perché il pigiama indossato da Chiara la mattina dell’omicidio era talmente pieno di sangue che non si riuscì a individuare eventuali impronte e tracce.

Ma perché proprio ora queste nuove analisi? Lo ha spiegato a Fanpage.it l’ex poliziotto Dario Redaelli, esperto di analisi della scena del crimine e consulente della famiglia Poggi.

Quali sono gli oggetti trovati sul cadavere di Chiara Poggi? 

Sono una collanina con la forma di un dente di squalo, tre braccialetti al polso destro, un orologio sul polso sinistro e gli orecchini. Di cui uno era ancora rimasto nel lobo e l’altro invece era stato rivenuto sulla scala.

Che tipo di analisi state facendo?

Stiamo facendo un insieme di accertamenti in diversi ambiti che comprendono anche gli oggetti indossati da Chiara quando venne assassinata. Stiamo facendo un’attività più ampia che al momento opportuno ci consentirà di avere del materiale a disposizione: stiamo lavorando a 360° su quella che potrebbe essere stata la scena del crimine.

Ma nulla di particolarmente strano, se si considera che la difesa Stasi in passato ha fatto fare ad un’agenzia investigativa un’indagine specifica su Andrea Sempio con tanto di pedinamenti mirati e con l’acquisizione di materiale genetico.

Oltre la cavigliera nessun oggetto è mai stato analizzato, perché? 

La cavigliera fu l’unico oggetto che venne analizzato dal Ris, gli accertamenti però diedero un esito inconcludente. Esattamente lo stesso esito che diede l’esame della famosa traccia 33 (quella trovata sulla parete destra della scala interna dove è stato trovato il corpo della vittima e che solo negli ultimi mesi è stata attribuita ad Andrea Sempio). Tutti gli altri non sono stati analizzati, benché ci sia stata una richiesta specifica da parte della famiglia Poggi nel 2010 durante il primo Appello del processo su Alberto Stasi. A riguardo non venne fatto alcun accertamento.

Ultimamente si è puntato il dito sull’impronta 33, ma non si è parlato minimamente della cavigliera. Eppure i risultati ottenuti negli accertamenti poco dopo l’omicidio erano identici.

Perché questi accertamenti vengono fatti solo ora?

Nell’ambito di questa attività di incidente probatorio abbiamo sempre cercato di dimostrare la nostra disponibilità, ma non siamo mai stati presi in considerazione. Anzi spesso c’è stato detto che ci comportavamo come nel famoso libro del “Mondo al contrario”. Questa è una frase che il procuratore aggiunto ha proprio pronunciato durante l’udienza del 26 settembre.

Invece noi abbiamo sempre cercato di renderci disponibili a una collaborazione alla ricerca della verità che, a nostro giudizio, non può essere altro che la conferma della sentenza che ha condannato Stasi. Poi se dovesse uscire una prova regina in grado di togliere Alberto Stasi dalla scena del crimine in maniera oggettiva, sarei il primo a schierarmi per la necessaria revisione del suo processo.

Noi adesso stiamo facendo le analisi perché stiamo cercando di produrre del materiale, di ottenere delle informazioni. Noi consulenti tecnici siamo abituati ad analizzare e a valutare quelli che sono gli elementi oggettivi che vengono resi disponibili da un’indagine. In questo momento, considerando la situazione, siamo alla ricerca di elementi che ci possano dare una valutazione migliore dello stato delle cose. Da chiarire che comunque dalla famiglia Poggi già in questi anni vennero richiesti e fatti approfondimenti.

Oggi stiamo lavorando su quei pochi elementi che abbiamo ancora a disposizione. Vediamo dove ci portano. Lo stiamo facendo in memoria di Chiara.

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