Cronaca. Delitto di Garlasco, la nuova perizia: le impronte non sono di Sempio ma di Marco Poggi e di un carabiniere

Nessuna svolta nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi. La nuova perizia dattiloscopica, disposta nell’ambito dell’indagine che vede indagato Andrea Sempio, non ha prodotto elementi inediti, confermando invece i rilievi già effettuati nel 2007. Le impronte esaminate appartengono al fratello della vittima, Marco Poggi, e a un carabiniere intervenuto sulla scena del crimine.

Il lavoro dell’esperto Giovanni Di Censo, nominato dal gip di Pavia, si è concentrato su una cinquantina di impronte repertate 18 anni fa nella villetta di via Pascoli. In particolare, sono stati analizzati due frammenti palmari, uno sulla porta d’ingresso e l’altro sulla porta del garage. Il perito ha stabilito che appartengono rispettivamente a un militare e a Marco Poggi, che all’epoca era un amico stretto di Andrea Sempio. Altre tracce, trovate su una confezione di cereali e un sacchetto della spazzatura, sono state attribuite alla stessa Chiara Poggi.

Questo accertamento, parte di un incidente probatorio, si inserisce nel nuovo filone investigativo aperto dalla Procura di Pavia, che ipotizza il coinvolgimento di Sempio nel delitto per cui Alberto Stasi sta scontando una condanna definitiva a 16 anni. Le analisi, tuttavia, non hanno fatto emergere alcun collegamento con il nuovo indagato. Le verifiche sono state condotte sulla base delle campionature di allora, poiché i supporti fisici originali (fogli di acetato) sono andati distrutti tempo fa dopo un tentativo fallito di estrarre nuovo DNA.

La complessa vicenda giudiziaria si intreccia con un’altra inchiesta, condotta dalla Procura di Brescia, per una presunta corruzione in atti giudiziari. In questo filone sono coinvolti un ex procuratore di Pavia e il padre di Andrea Sempio. L’ipotesi è che il magistrato, ora in pensione, abbia ricevuto denaro per scagionare il figlio. Il padre di Sempio ha respinto l’accusa, sostenendo che le somme servirono per pagare il collegio difensivo del figlio. A breve, gli avvocati di allora dovrebbero essere ascoltati dagli inquirenti.

In attesa dei risultati di altre analisi, come quelle sul DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima, la nuova perizia sulle impronte si conclude con un nulla di fatto. Invece di aprire nuovi scenari, l’esito conferma il quadro investigativo già consolidato, rendendo ancora più complesso il percorso verso una possibile revisione del processo.