Avrebbero dovuto realizzare un impianto fotovoltaico, ma al suo posto i militari della Guardia di Finanza hanno trovato una discarica di rifiuti. È quanto emerso durante un controllo sui fondi del PNRR, nel corso del quale è stata intercettata una richiesta sospetta da 500 mila euro avanzata da un’azienda florovivaistica che, secondo quanto ricostruito, non avrebbe mai dato avvio ai lavori.
Sul terreno destinato al progetto, invece dei pannelli solari, erano accumulate circa 90 tonnellate di rifiuti, delle quali 70 classificate come pericolose. A supporto dell’operazione hanno contribuito i tecnici di ARPAE e il reparto aeronavale delle Fiamme Gialle di Rimini, che ha sorvolato l’area documentando dall’alto l’estensione della contaminazione.
L’area interessata è stata posta sotto sequestro e agli indagati spetterà ora l’onere dello smaltimento. L’inchiesta è tutt’ora in corso e, come previsto dalla legge, per i soggetti coinvolti vale la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
Il caso mette in luce l’attenzione sempre più stringente sui fondi pubblici e sui controlli ambientali, in un momento in cui le risorse del PNRR rappresentano un obiettivo sensibile tanto per lo sviluppo del territorio quanto per possibili tentativi di frode.