Cronaca. Forlì, caso mascherine cinesi all’Ausl, cade l’accusa: assolti Minenna, Covato e Prati

Si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo a Forlì sulla fornitura di mascherine cinesi all’Ausl Romagna durante l’emergenza Covid. Ieri pomeriggio, il giudice per le indagini preliminari, Ilaria Rosati, ha scagionato l’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane, Marcello Minenna, il funzionario della Prefettura di Ravenna, Sergio Covato, e il responsabile del magazzino Ausl di Pievesestina, Gianluca Prati.

Per Minenna e Covato la formula utilizzata è stata quella dell’assoluzione perché il fatto non sussiste, mentre per Prati è stata riconosciuta l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. La sentenza ribalta completamente le richieste della Procura: il sostituto procuratore Laura Brunelli aveva infatti chiesto condanne a 1 anno per Prati, 2 anni per Covato e 2 anni e 4 mesi per Minenna.

Al centro del procedimento vi era una fornitura di oltre quattro milioni di mascherine, ritenute non conformi e accompagnate da certificazioni false. Per questa vicenda, l’ex parlamentare Gianluca Pini, considerato la figura chiave della transazione commerciale, aveva già patteggiato una pena di 2 anni. L’impianto accusatorio nei confronti di Minenna si basava in parte su alcune intercettazioni di conversazioni tra lui e Pini. La difesa ha sempre sostenuto che si trattasse di dialoghi di natura politica e non operativa, respingendo l’ipotesi che Minenna cercasse favori per la sua riconferma all’Agenzia delle Dogane, nomina peraltro già avvenuta da parte di un governo in cui il partito di Pini era all’opposizione.

La sentenza di ieri pomeriggio ha posto fine a una lunga e complessa vicenda giudiziaria. Alla lettura del verdetto, è stata evidente la commozione di Minenna e il sollievo di tutti gli imputati, per i quali si è concluso quello che era stato descritto come un vero e proprio incubo.