Un dolore che non si placa e ora anche la battaglia giudiziaria. La famiglia dei tre giovanissimi fratelli morti nel crollo di un silos a Bertinoro, nell’aprile del 2023, si è costituita parte civile chiedendo un maxi risarcimento da 4 milioni di euro.
La richiesta è stata presentata dall’avvocato Alessandro Sintucci, legale dei genitori e della sorella sopravvissuta, ed è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari di Forlì, Massimo De Paoli. Con la costituzione di parte civile è stata ammessa anche la chiamata in causa della compagnia assicurativa dell’azienda agricola Casagrande, ritenuta responsabile civile.
Nel procedimento figurano due indagati, entrambi accusati di omicidio colposo plurimo: lo zio delle vittime e il legale rappresentante dell’azienda agricola. Il primo difeso dall’avvocato Antonio Baldacci, il secondo da Antonio Giacomini. Alla prossima udienza, fissata per novembre, dovrebbe comparire anche il difensore della compagnia assicurativa.
Il pubblico ministero Laura Brunelli ha disposto una serie di perizie tecniche per verificare se i silos rispettassero i progetti originari, se fossero necessarie barriere o segnalazioni di sicurezza e per valutare l’eventuale imprudenza dello zio, che quel giorno avrebbe lasciato le chiavi dell’auto alla nipote diciottenne, provvista soltanto di foglio rosa.
Il dramma si consumò il 7 aprile 2023, quando il maxi contenitore di mangime crollò improvvisamente sull’Opel Zafira in cui la ragazza stava provando a guidare nel cortile dell’azienda. A bordo con lei c’erano i fratelli Ousama, 13 anni, e Marva, 9: i tre ragazzi morirono sul colpo, in una tragedia che sconvolse l’intera comunità.
Due anni dopo, il ricordo di quei bambini pesa ancora come una ferita aperta. Alla ricerca di giustizia, la famiglia chiede ora che il processo faccia chiarezza sulle responsabilità e che a quella tragedia senza ritorno venga almeno riconosciuto un risarcimento.