La gelosia e la scoperta di non essere l’unico partner nella vita della donna frequentata sono sfociate in un raid incendiario nel giardino dell’abitazione di lei. Per questi fatti, avvenuti circa un mese fa a Fusignano, un 52enne di origini siciliane ha affrontato ieri l’udienza in tribunale, optando per l’apertura del dibattimento. L’uomo deve rispondere di accuse pesanti: violazione di domicilio, minaccia e danneggiamento a seguito di incendio.
Il percorso giudiziario è entrato nel vivo ieri davanti al giudice Cristiano Coiro. La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Giorgio Vantaggiato, ha scelto di non chiudere subito la partita processuale ma di procedere con l’ascolto dei testimoni e delle persone coinvolte, al fine di chiarire meglio i contorni della vicenda. Il processo è stato quindi aggiornato al prossimo mese di marzo.
L’episodio contestato risale alla notte tra il 30 e il 31 ottobre scorsi. Secondo la ricostruzione, la miccia che ha fatto esplodere la rabbia dell’uomo sarebbe stata la convinzione che la donna intrattenesse altre relazioni sentimentali. Intorno all’una e trenta di notte, le urla del 52enne hanno svegliato il vicinato. Una vicina di casa, affacciatasi alla finestra dopo aver udito il trambusto, ha notato l’uomo nel giardino adiacente mentre inveiva contro la proprietaria, pretendendo di entrare in casa e minacciandola con una bottiglia in mano.
Di fronte al rifiuto della donna di aprirgli la porta, la situazione è degenerata. L’uomo ha versato il liquido infiammabile contenuto nella bottiglia sulle lenzuola stese ad asciugare all’esterno, appiccando il fuoco. Le fiamme hanno avvolto rapidamente la biancheria. Non contento, l’uomo ha sfogato la propria ira anche contro la cassetta delle lettere, colpendola ripetutamente a pugni.
L’intervento dei Carabinieri, che si trovavano già in zona per controlli di routine e sono stati allertati dai residenti, ha evitato conseguenze peggiori. I militari hanno bloccato il 52enne non senza fatica, dichiarandolo in arresto. Dopo la convalida del fermo, nei confronti dell’indagato erano stati disposti gli arresti domiciliari, misura cautelare motivata anche da alcuni precedenti specifici che emergerebbero dal suo passato. Ora la parola passa al tribunale per accertare le responsabilità penali dell’accaduto.













