Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi torna al centro dell’attenzione mediatica grazie a una intercettazione mai diffusa prima d’ora, trasmessa dal programma televisivo Quarta Repubblica. Il documento sonoro risale al 15 novembre 2007 e documenta un colloquio telefonico tra Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto, e il suo storico difensore, l’avvocato Angelo Giarda. Al centro del confronto vi è la ricostruzione temporale dei minuti successivi al ritrovamento del corpo della fidanzata.
Nella conversazione, il legale, scomparso nel 2021, chiedeva conto al suo assistito delle discrepanze temporali evidenziate in quel periodo da una trasmissione televisiva. Il punto cruciale riguardava il lasso di tempo, calcolato in soli sei minuti, trascorso tra l’ultimo squillo telefonico fatto da Stasi verso l’utenza di Chiara e la successiva chiamata di emergenza alla Croce Rossa. L’avvocato domandava se fosse rimasto all’interno dell’abitazione più a lungo di quanto ipotizzato.
Alberto Stasi, rispondendo alle sollecitazioni del difensore, ha sostenuto di essere rimasto nella villa di via Pascoli per un tempo brevissimo, stimato in circa venti o trenta secondi. Il giovane ha descritto i suoi movimenti come estremamente rapidi: ha spiegato di aver visto il corpo, di essere fuggito via immediatamente e di aver allertato i soccorsi solo una volta salito in auto. Nel giustificare la tempistica serrata, Stasi ha riferito di essere stato in preda al panico totale, tanto da non ricordare nemmeno il numero civico della casa, ribadendo tuttavia al legale di non aver inventato nulla e di aver raccontato la pura verità su quella mattina del 13 agosto 2007.












