Cronaca. Liliana Resinovich, c’è un indagato per la querelle sulla frattura della vertebra T2

C’è un indagato per la frattura della vertebra T2 di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta a Trieste il 5 gennaio 2022. Per la sua morte è indagato il marito Sebastiano Visintin, anche se in una prima lunga fase delle indagini si era ipotizzato per Resinovich il suicidio.

L’ipotesi era stata avvalorata dalla prima autopsia del 2022 svolta dal medico legale Fulvio Costantinides e dal radiologo Fabio Cavalli, ma sempre contrastata dai familiari della 63enne ai quali poi ha dato ragione la nuova relazione svolta dalla dottoressa Cristina Cattaneo, che ha evidenziato una serie di lesioni sul corpo della vittima non compatibili con il gesto volontario.

Tra queste vi era anche la frattura della vertebra T2 per la quale si era poi fatto avanti il tecnico anatomico Giacomo Molinari, che aveva dichiarato di aver causato la lesione durante la manovra preparatoria per l’autopsia. Una successiva verifica aveva poi evidenziato che in realtà la frattura era già presente al momento delle manovre preparatorie per l’esame autoptico.

“A seguito dell’esposto presentato da Sergio Resinovich, con il quale si chiedevano accertamenti rigorosi sulla torbida vicenda legata alla frattura della vertebra, abbiamo appreso che vi è formalmente un indagato. Sergio è riconosciuto come persona offesa nel procedimento”.

A Fanpage.it, l’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste il fratello della vittima, ha ricordato che l’indagine è tuttora in corso e riguarda fatti verificati a partire dal 7 maggio 2025, indicando nel tecnico anatomico Giacomo Molinari la persona indagata.

Sarebbe lui, per l’appunto, l’unico soggetto in relazione al quale sono stati formalmente sollecitati approfondimenti da parte dell’autorità giudiziaria a seguito delle dichiarazioni rese in quel periodo.

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