Cronaca. Marche, operazione “Fuori Quota”: la Finanza sequestra 4,5 tonnellate di pescato illegale e reti abusive

Maxi operazione delle Fiamme Gialle a tutela dell’economia legale e della salute pubblica lungo l’intera costa marchigiana. Il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Ancona ha portato a termine un’importante attività di controllo, denominata “Fuori Quota”, che ha permesso di smantellare un sistema collaudato di commercio ittico parallelo. L’intervento ha bloccato l’immissione sul mercato di ingenti quantitativi di pesce privo di tracciabilità e pescato in violazione delle normative vigenti.

Una pattuglia della Guardia di Finanza

Le indagini hanno svelato un meccanismo fraudolento attraverso il quale veniva sistematicamente aggirato il sistema delle quote di pesca. Il prodotto in eccesso veniva sottratto alle procedure di tracciamento obbligatorie e venduto in nero, senza alcuna documentazione fiscale. Un business illecito che, se portato a termine, avrebbe fruttato oltre 49mila euro, a danno degli operatori onesti e della sostenibilità ambientale. L’operazione si è articolata in undici interventi mirati che hanno interessato i principali scali portuali della regione: Ancona, San Benedetto del Tronto, Porto San Giorgio, Civitanova Marche, Fano e Senigallia.

Il bilancio dei sequestri è ingente: i militari hanno intercettato complessivamente 4.500 chilogrammi di prodotto ittico e rimosso oltre due chilometri di reti da pesca posizionate illegalmente. Nello specifico, sono stati recuperati 3.800 chili di vongole, raccolte ben oltre i limiti consentiti, e 700 chili di altre specie, tra cui il pregiato tonno rosso, completamente sprovvisti di etichettatura sulla provenienza. Le attività di verifica, condotte spesso in orari notturni e intensificate in vista delle festività natalizie, hanno visto la collaborazione delle Capitanerie di Porto e delle Aziende Sanitarie Territoriali.

Le conseguenze per i responsabili sono state immediate: sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 28mila euro a carico di nove operatori professionali e di un pescatore sportivo. Oltre all’aspetto fiscale, le autorità hanno sottolineato il grave rischio per la sicurezza alimentare, dato che il pesce non tracciato sfugge ai controlli igienico-sanitari della filiera. L’operazione si è conclusa con un risvolto solidale ed ecologico: mentre le vongole, ancora vitali, sono state rigettate in mare per favorire il ripopolamento, il resto del pescato, giudicato idoneo al consumo dai veterinari dell’Ast, è stato devoluto in beneficenza alla mensa della Caritas Diocesana di Ancona.