Un attacco mirato ha colpito il cuore dell’apparato difensivo russo nella mattinata di oggi. Il generale Fanil Sarvarov, capo del Dipartimento di addestramento operativo dello Stato maggiore, è rimasto ucciso in seguito all’esplosione della sua vettura nella zona sud di Mosca. Le autorità inquirenti hanno immediatamente aperto un fascicolo per omicidio, indirizzando i sospetti verso un’operazione pianificata dall’intelligence ucraina.
La dinamica dell’agguato, ricostruita dalle fonti di polizia e dalla Procura, delinea un’azione studiata nei minimi dettagli. Sotto il telaio dell’auto, una Kia Sorento, era stato collocato un ordigno artigianale fissato con un magnete in corrispondenza del sedile del conducente. La bomba, con una potenza distruttiva equivalente a circa 300 grammi di tritolo, è detonata mentre il veicolo si trovava nel cortile di un edificio residenziale, innescandosi nel momento in cui la vittima ha azionato il pedale del freno.
Sarvarov, 56 anni, ricopriva un ruolo strategico all’interno delle forze armate e aveva ricevuto il grado di generale luogotenente direttamente dal presidente Vladimir Putin nel maggio del 2024. Proprio il leader russo, che in queste ore si trova a San Pietroburgo per i vertici annuali della Comunità degli Stati Indipendenti e dell’Unione economica eurasiatica, è stato subito informato dell’accaduto dai servizi di sicurezza, come riferito dal portavoce presidenziale Dmitrij Peskov.
Sul fronte delle indagini, il comitato investigativo russo è al lavoro per raccogliere prove sul luogo della deflagrazione. La portavoce Svetlana Petrenko ha spiegato che gli agenti stanno procedendo all’interrogatorio dei testimoni oculari e all’analisi dei filmati delle telecamere a circuito chiuso della zona. Sebbene vengano valutate diverse teorie, la pista privilegiata dagli inquirenti punta sulla responsabilità dei servizi speciali di Kiev nell’organizzazione dell’attentato.












