La tranquilla serata balneare di Cesenatico si è trasformata in un incubo da film d’azione lo scorso maggio, con un inseguimento che ha coinvolto coltelli, taser e proiettili, culminato ieri in una sentenza pesante: tre anni e quattro mesi di reclusione per Mohamadou Mustapha Saar, 44enne senegalese, processato con rito abbreviato dal giudice Ilaria Rosati. Quattro carabinieri, feriti nell’episodio, hanno ottenuto un risarcimento di duemila euro ciascuno, mentre la proprietaria della casa teatro del finale drammatico ha voluto ringraziare pubblicamente le forze dell’ordine per aver protetto lei e la sua famiglia.
L’incidente è scoppiato poco dopo le 23 di un martedì di metà maggio, quando una segnalazione al 112 ha alertato i carabinieri per un tentativo di furto in via Cesenatico, vicino al bar Isole Sottovento, all’ingresso della città per chi proviene da Cesena. I militari hanno intercettato Saar, noto per precedenti penali e presumibilmente sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, intenzionati a verificare la sua identità. Invece di collaborare, l’uomo ha reagito con aggressività estrema, dichiarando ai carabinieri che in quel momento desiderava combattere non contro uno solo di loro, ma contro tutti, mentre estraeva un grosso coltello per minacciarli direttamente.
I tentativi di disarmarlo con il taser si sono rivelati inutili: Saar ha rimosso i dardi e ha iniziato a fuggire verso il centro, puntando a Largo San Giacomo, dove ha cominciato a lanciare sampietrini e bottiglie di vetro raccolte lungo la strada contro i quattro inseguitori – tre uomini e una donna. La tensione ha raggiunto l’apice quando l’uomo è penetrato nella veranda di un’abitazione privata, bussando insistentemente alla porta in cerca di un rifugio, terrorizzando i proprietari all’interno.
Raggiunto di nuovo dai carabinieri nel largo, Saar è stato colpito inutilmente un’altra volta dal taser. Mentre uno dei militari provava a calmarlo con colpi di manganello, l’uomo, ancora armato di coltello, ha ferito un carabiniere a una mano. A quel punto, gli agenti hanno aperto il fuoco: prima in aria per intimorirlo, poi a terra, colpendolo a una gamba e rendendolo finalmente inoffensivo per bloccarlo.
Le conseguenze immediate hanno coinvolto non solo Saar e il carabiniere ferito alla mano, ma anche la padrona di casa, che mentre tentava di mettere in salvo il suo cane in cortile è stata sfiorata a un dito del piede da un proiettile deviato. Trasportata in ambulanza insieme agli altri all’ospedale, la donna ha evitato danni gravi, ma l’episodio ha lasciato un segno profondo nella comunità di Cesenatico, nota per le sue serene notti estive.In aula ieri, davanti al giudice Ilaria Rosati, la stessa proprietaria è apparsa non come parte civile, ma per esprimere la sua profonda gratitudine ai carabinieri che avevano neutralizzato la minaccia proprio sotto il suo tetto. Saar, assistito dall’avvocato Francesca Malengo, ha ascoltato la condanna richiesta dal pubblico ministero Laura Brunelli, che ha visto soddisfatte anche le parti civili. I quattro militari coinvolti, difesi dall’avvocato Fabrizio Briganti, hanno ricevuto il risarcimento simbolico di duemila euro a testa, chiudendo un capitolo che ha messo in evidenza i rischi estremi affrontati dalle forze dell’ordine in situazioni di alta pericolosità.
Questo verdetto non solo punisce l’aggressione armata a Cesenatico, ma rafforza l’impegno per la sicurezza urbana in zone turistiche come quelle romagnole, ricordando a tutti quanto sia fragile l’equilibrio tra vacanza e vulnerabilità quotidiana.