Cronaca. Omicidio Chiara Poggi: perizia su Dna conferma compatibilità con linea genetica Sempio. Ma risultato “non affidabile”

Dai calcoli biostatistici “con supporto moderatamente forte/forte e moderato” il profilo genetico trovato sulle unghie di Chiara Poggi è compatibile con la linea genetica maschile della famiglia Sempio ma non è stato possibile “addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto“. Così nella perizia depositata nell’incidente probatorio sul caso Garlasco, come anticipata dal Tg1.

Nella perizia si legge che la riconducibilità del Dna ad Andrea Sempio e a “tutti i soggetti a lui imparentati in via patrilineare” “va da moderatamente forte a forte sulla base della popolazione di riferimento” in relazione al materiale genetico analizzato un’unghia della mano destra ed è “moderata” in relazione all’unghia della mano sinistra di Chiara Poggi. In ogni caso, “l’analisi del cromosoma y non consente di addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto”.

In merito alle tracce genetiche estrapolate dalle unghie di Chiara Poggi, “non è possibile stabilire con rigore scientifico se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell’ambito della stessa mano, da quale dito provengano; quali siano statele modalità di deposizione del materiale biologico originario; perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato)” e infine “quando sia avvenuta la deposizione” stessa. Lo si legge nella perizia di Denise Albani sul caso dell’omicidio di Garlasco.

Nei giorni scorsi da indiscrezioni stampa spuntava un possibile movente per l’omicidio, sul quale la procura starebbe indagando e che punta diretto all’indagato della nuova inchiesta, Andrea Sempio. Ma il Dna sulle unghie di Chiara Poggi, secondo la Procura di Pavia, è soltanto l’ultimo degli elementi messi in fila in questi mesi nei confronti di Andrea Sempio. Dall’impronta 33 sul muro delle scale della villetta di Garlasco alle telefonate anomale a casa Poggi, passando per l’ormai famoso scontrino del parcheggio di Vigevano. Senza dimenticare l’inchiesta di Brescia per corruzione in atti giudiziari che vede indagato il magistrato in pensione Mario Venditti: l’ipotesi è che avrebbe preso dei soldi per scagionare Sempio nel 2017.

Quella nei confronti di Sempio per il delitto di Garlasco è infatti la seconda indagine in otto anni. “C’è un certo accanimento, spero in buona fede”, ha commentato di recente il 37enne, la quotidianità stravolta dalle attenzioni mediatiche per l’indagine. “Al momento non ho una vita – è stato il suo sfogo – Sono tornato nella cameretta in cui stavo una volta, chiuso lì, non posso fare niente. E’ come essere ai domiciliari”.

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