Cronaca. Omicidio Giulia Cecchettin: dopo aver rinunciato all’appello l’assassino Turetta potrà uscire dal carcere a 32 anni grazie ai permessi

Filippo Turetta, condannato per l’omicidio di Giulia Cecchettin, potrà iniziare a chiedere i primi permessi premio a partire dai 32 anni, dopo aver scontato almeno dieci anni di detenzione. Attualmente ha 23 anni e, come previsto dalle normative penitenziarie, questi permessi rappresentano un passo iniziale verso il reinserimento graduale nella società, riservato a chi dimostra buona condotta e non rappresenta un pericolo.

La vicenda giudiziaria di Turetta ha avuto una svolta dopo la rinuncia all’appello da parte dell’imputato, accompagnata da una lettera in cui esprime “sincero pentimento”. Ora la Procura generale di Venezia dovrà decidere se rinunciare a sua volta all’impugnazione della sentenza di primo grado, che ha stabilito l’ergastolo come pena massima. Eventuali aggravanti, anche se riconosciute in appello, non comporterebbero un aumento della detenzione. I giudici potrebbero comunque disporre misure accessorie, come l’isolamento diurno.

Dopo i primi permessi, Turetta potrà avanzare richiesta di liberazione condizionale al termine di 26 anni di pena, quindi intorno ai 48 anni, salvo eventuali anticipi previsti dalla legge per buona condotta. La liberazione anticipata, possibile dopo 21 anni di detenzione, resta subordinata alla valutazione dei comportamenti tenuti in carcere.

I legali della famiglia di Giulia Cecchettin hanno sottolineato l’importanza di celebrare comunque il processo d’appello, chiedendo il riconoscimento delle aggravanti per crudeltà e stalking, anche come messaggio simbolico in un momento in cui il dibattito sulle violenze contro le donne è particolarmente acceso.