Gianluca Soncin, accusato di aver ucciso a Milano Pamela Genini, 29 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip Tommaso Perna, iniziato alle 10 è terminato dopo circa un’ora. Il 52enne, difeso dall’avvocata Simona Luceri, è ritenuto responsabile di omicidio volontario con una serie di aggravanti, tutte da ergastolo: il legame affettivo con la vittima, la crudeltà, i futili motivi, ma soprattutto la premeditazione per essersi recato nell’abitazione della modella e imprenditrice bergamasca.
Legale Soncin: “Non lucido e fisicamente dimesso”
“Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non è in condizioni lucidissime. Ha già provveduto a nominare un avvocato di fiducia con cui deciderà la strategia processuale”, ha detto Simona Luceri, difensore di ufficio di Gianluca Soncin, al termine dell’interrogatorio di convalida del fermo.
“Si è avvalso della facoltà di non rispondere; ha proceduto solo con la nomina del difensore di fiducia e poi ha dichiarato di non voler procedere con l’interrogatorio. Fisicamente dimesso con questo vistoso cerotto sul collo. Non è ancora pienamente consapevole di quello che è successo. Non lucido e dimesso. È stato una notte in ospedale, è in isolamento da ieri quando è stato dimesso, immagino che non sia ancora pienamente sul centro di quello che è successo”.
A casa di Soncin sequestrati 15 fra coltelli e scacciacani
La Procura di Milano ha intanto disposto il sequestro di una decina di coltelli simili a quelli utilizzati per uccidere Pamela Genini trovati nella casa di Cervia del 52enne Gianluca Soncin accusato dell’omicidio. Nell’abitazione gli agenti di polizia, coordinati dalla pm Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella, hanno trovato anche 4-5 pistole scacciacani e un terzo mazzo di chiavi che all’apparenza sembra simile alla copia che l’uomo si era procurato poche settimane fa e utilizzata martedì sera per tendere un agguato alla ragazza dentro l’appartamento di via Iglesias. Gli inquirenti cercano di capire se una delle scacciacani possa essere quella utilizzata dall’imprenditore originario di Biella ad agosto 2025 per puntarla “al ventre” della modella 29enne, uccisa con almeno 24 coltellate, come ha raccontato agli investigatori il suo ex fidanzato sentito come testimone. Il verbale di perquisizione e sequestro nella casa romagnola di Soncin è stato depositato questa mattina del gip Tommaso Perna, di fronte al quale il 52enne accusato di omicidio volontario pluriaggravato da premeditazione, futili motivi, crudeltà, legame affettivo e stalking, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nelle prossime ore il gip depositerà la decisione sulla richiesta di convalida del fermo di indiziato di delitto e di custodia cautelare in carcere. Agli atti anche la relazione sull’ispezione cadaverica condotta dal medico legale sul corpo della giovane ammazzata dall’uomo che quella sera stessa aveva deciso di lasciare definitivamente. Deve ancora essere fissata, invece, l’autopsia disposta dalla Procura e affidata alla dottoressa Cristina Cattaneo dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Milano.
LaPresse