Cronaca. Pesaro e provincia, violenza di genere: accessi al centro antiviolenza cresciuti del 14 per cento nel 2025

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, l’Ambito Territoriale Sociale 1 ha diffuso un report dettagliato sull’attività svolta nel corso del 2024, evidenziando un incremento significativo delle richieste di aiuto. I dati relativi al Centro Antiviolenza provinciale ‘Parla con noi’ mostrano infatti una crescita del 14 per cento nei nuovi accessi rispetto all’anno precedente, segnale di un fenomeno radicato ma anche di una maggiore fiducia nelle istituzioni preposte alla tutela.

Nel 2024 le donne che si sono rivolte alla struttura sono state complessivamente 249. Di queste, 204 rappresentano primi accessi, un numero in netta salita rispetto ai 179 registrati nel 2023. Luca Pandolfi, presidente del Comitato dei Sindaci dell’Ats1 e assessore alle Politiche sociali di Pesaro, ha osservato come questi numeri restituiscano la fotografia di una problematica grave e persistente, testimoniando al contempo l’efficacia di un presidio divenuto punto di riferimento autorevole per il territorio.

L’analisi demografica delle vittime scardina molti pregiudizi comuni. La violenza, infatti, non è confinata a contesti di marginalità sociale o economica. La maggior parte delle donne che chiede supporto possiede un livello di istruzione medio-alto: l’83 per cento ha conseguito un diploma o un titolo superiore e circa la metà lavora quotidianamente. Le statistiche indicano inoltre che il 77 per cento delle utenti è di nazionalità italiana, mentre le straniere rappresentano il 23 per cento.

Anche il profilo degli autori delle violenze smentisce lo stereotipo dell’aggressore sconosciuto o straniero. I 207 uomini censiti sono per l’84 per cento italiani e, nella quasi totalità dei casi, hanno o hanno avuto una relazione affettiva con la vittima: si tratta prevalentemente di partner o ex partner. Solamente in due casi l’aggressione è stata perpetrata da sconosciuti. La maggioranza degli autori, pari al 60 per cento, risulta regolarmente occupata. Le forme di abuso più frequenti sono la violenza psicologica, riportata da 182 donne, seguita da quella fisica e dalle minacce.

Un aspetto rilevante emerso dal report riguarda le modalità con cui le vittime arrivano a chiedere aiuto. Andrea Mancini, coordinatore dell’Ats1, ha evidenziato l’importanza cruciale della rete informale. Sebbene molti invii provengano dai servizi socio-sanitari o dalle forze dell’ordine, un quarto delle donne giunge al centro grazie al supporto di amici, parenti e conoscenti che hanno saputo riconoscere i segnali di pericolo. Questo dato conferma quanto una comunità consapevole sia essenziale per la prevenzione.

Il quadro si complica ulteriormente quando sono coinvolti dei minori. Nel 2024 sono stati 197 i bambini e ragazzi che hanno subito le conseguenze di queste dinamiche familiari, di cui 98 come testimoni di violenza assistita e 25 come vittime dirette. Per fronteggiare le situazioni di maggiore emergenza, l’Ats1 si avvale di strutture protette come la Casa Emergenza ‘Ipazia’, che nell’ultimo anno ha ospitato 88 donne, e la Casa Accoglienza ‘Mimosa’, dedicata ai percorsi di autonomia abitativa.

Accanto al supporto per le vittime, prosegue il lavoro sui maltrattanti attraverso il centro ‘Dico tra noi’, che ha registrato 127 contatti nel corso dell’anno, e il servizio ‘Voci’, specifico per i minori vittime di violenza assistita. L’assessore Pandolfi ha ribadito l’impegno delle istituzioni nel promuovere una cultura del rispetto, ricordando che il contrasto alla violenza richiede un lavoro quotidiano di prevenzione. Resta sempre attivo, 24 ore su 24, il numero nazionale 1522 per offrire ascolto e orientamento immediato.