Arrestato per depistaggio l’ex prefetto Filippo Piritore, che avrebbe mentito sul guanto ritrovato nell’auto utilizzata dai killer che uccisero l’ex presidente della regione siciliana Piersanti Mattarella. Piritore all’epoca dei fatti era funzionario della squadra mobile di Palermo. Sentito sull’indumento ritrovato nella 127 utilizzata dagli assassini, per i magistrati palermitani ha reso dichiarazioni del tutto prive di riscontri. Quel guanto non fu mai sequestrato e repertato. Per la procura ha così contribuito a sviare le indagini.
Italia Viva: “Arresto di Piritore salto di qualità sul delitto”
“L’arresto dell’ex prefetto Piritore con l’accusa di depistaggio nelle indagini sul delitto Mattarella è, al netto delle riflessioni garantiste che debbono sempre essere fatte in casi del genere, un oggettivo salto di qualità nella vicenda ancora oscura dei mandanti effettivi del delitto che colpì 45 anni fa l’allora presidente della Regione Siciliana”, ha detto il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva.
“L’ipotesi che pezzi dello Stato abbiano agito nell’ombra per inquinare le prove è inquietante, ed esige che chi ha responsabilità di indagine vada fino in fondo senza reticenze. Il Paese ha il diritto di sapere, a così tanti anni di distanza, come andarono davvero le cose dietro a quella tragica vicenda che cambiò le sorti della politica siciliana ma anche italiana, visto che Piersanti Mattarella veniva da più parti ritenuto l’erede più autorevole dell’azione politica di Aldo Moro“.
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