Si infiamma il dibattito dopo la commemorazione della marcia su Roma tenutasi domenica a Predappio. Oltre alle conseguenze giudiziarie per una trentina di persone identificate per aver effettuato il saluto romano, emerge una dura polemica tra il leader di Forza Nuova e la Questura di Forlì riguardo la legittimità dei provvedimenti che hanno regolato la manifestazione.
La polemica nasce dalla decisione del questore Claudio Mastromattei di separare i due principali gruppi di manifestanti. Ai familiari di Mussolini era stato concesso di sfilare al mattino, mentre a Forza Nuova era stato imposto di organizzare il proprio corteo nel pomeriggio. Un provvedimento che il movimento di estrema destra ha contestato duramente. Durante una conferenza stampa improvvisata, il leader Roberto Fiore e il suo avvocato, Francesco Minutillo, hanno sostenuto che il documento fosse nullo, in quanto recante una firma digitale che a loro dire sarebbe scaduta nell’aprile 2025.
Una tesi respinta con fermezza dal questore. Contattato in merito alla questione, Mastromattei ha dichiarato che tutte le verifiche del caso sono state effettuate e che i suoi documenti, incluso il certificato di firma digitale, sono pienamente legittimi e validi fino al 2032. Ha quindi rigettato le accuse, definendo i provvedimenti del tutto regolari.
Al di là dello scontro istituzionale, la giornata di domenica ha avuto anche un risvolto operativo. Nonostante le disposizioni, alcuni militanti di Forza Nuova sono riusciti a infiltrarsi nel corteo mattutino. Nel corso della manifestazione, gli agenti della Questura hanno identificato circa trenta persone sorprese a compiere il saluto romano. Tutti gli atti relativi a questi episodi sono stati ora trasmessi alla Procura della Repubblica, che avrà il compito di valutare la sussistenza di eventuali reati e procedere con le relative contestazioni.












