Cronaca. Processo omicidio Pierina Paganelli, il fratello di Manuela in aula: “Sospettavo di Louis, volevo provocarlo”

Nuova udienza cruciale ieri, lunedì 17 novembre, nel processo per l’omicidio di Pierina Paganelli a Rimini. Davanti alla Corte d’Assise, la giornata è stata dominata dalla deposizione di Loris Bianchi, fratello di Manuela, che ha ricostruito i suoi sospetti nei confronti dell’imputato Louis Dassilva. Ascoltati anche un vicino di casa della vittima e due giornalisti in merito a conversazioni avute con la moglie dell’imputato.

Incalzato dal pubblico ministero Daniele Paci, Loris Bianchi ha confermato di aver nutrito fin da subito dubbi su Dassilva. Il testimone ha spiegato il significato della frase “Giustizia è stata fatta”, pronunciata per tre volte dopo il ritrovamento del corpo. La prima volta, ha raccontato, la disse direttamente a Louis Dassilva appena arrivato in via del Ciclamino, con l’intento di provocare una reazione. Bianchi ha spiegato che, essendo a conoscenza della relazione extraconiugale tra Dassilva e sua sorella Manuela, si aspettava uno “sguardo compiaciuto” da parte di un uomo che, a suo dire, amava profondamente Manuela e avrebbe potuto agire per “proteggerla”. La stessa frase fu poi ripetuta a Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva, che però si dissociò da tale augurio, e una terza volta nella sala d’attesa della Questura.

Bianchi ha inoltre rivelato che la sorella Manuela gli aveva confidato i propri timori su Dassilva in relazione al misterioso incidente stradale occorso mesi prima al marito Giuliano Saponi. Manuela, ha riferito il fratello, aveva paura che la sua relazione clandestina potesse essere la causa di quell’evento che aveva quasi ucciso il marito. Durante la testimonianza, Bianchi ha anche descritto il rapporto tra la sorella e la suocera Pierina come caratterizzato da normali “scaramucce”. Ha poi precisato che la mattina del ritrovamento del cadavere fu proprio Dassilva a chiamarlo alle 8:36, informandolo che Pierina era stata trovata “quasi morta”. Infine, ha ammesso di aver iniziato ad assumere psicofarmaci nel giugno 2023, suggerendo che alcune sue precedenti dichiarazioni potessero non essere state del tutto chiare.

La giornata in tribunale ha visto sfilare altri testimoni. Un residente del condominio di via del Ciclamino, Marco Priolo, ha dichiarato di aver sentito delle urla di donna provenire dalla zona dei garage dopo le 22 la sera del delitto. Inizialmente aveva pensato a un litigio, ma l’ora tarda lo aveva insospettito. Sono stati ascoltati anche due giornalisti che avevano raccolto le confidenze di Valeria Bartolucci. Secondo quanto emerso, la moglie di Dassilva avrebbe descritto una sua “immaginazione” del delitto utilizzando i nomi dei gatti di casa, senza fare riferimenti diretti a persone.

Al termine dell’udienza, il consulente della difesa di Loris Bianchi, Davide Barzan, ha definito la deposizione del suo assistito pienamente attendibile e coerente. Barzan ha anche sottolineato come il pm abbia ribadito che l’oggetto del processo è la responsabilità penale di Dassilva per omicidio aggravato, e non la condotta del testimone Bianchi. La giornata di ieri ha quindi aggiunto tasselli complessi al mosaico processuale, delineando una rete di relazioni tese e sospetti incrociati, mentre il processo prosegue per fare piena luce sulla morte della 78enne.