È arrivato il verdetto per il drammatico caso di via Colombo Lolli. La Corte d’Assise di Ravenna, riunitasi ieri in camera di consiglio, ha emesso la sentenza di condanna nei confronti di Enzo Giardi, il settantanovenne che nel settembre del 2024 pose fine alla vita della moglie, Piera Ebe Bertini, affetta da una grave forma di Alzheimer. I giudici hanno inflitto all’uomo una pena di nove anni e quattro mesi di reclusione.
La tragedia si era consumata il 9 settembre dello scorso anno. Secondo quanto ricostruito, l’anziano aveva ucciso la consorte setttasettenne annegandola nella vasca da bagno dell’abitazione coniugale. Il gesto estremo era maturato in un contesto di profonda sofferenza e disperazione: l’omicidio avvenne infatti esattamente il giorno prima della data fissata per il trasferimento della donna in una clinica specializzata.
Durante le prime fasi dell’indagine, l’imputato aveva spiegato agli inquirenti le motivazioni psicologiche che lo avevano spinto all’azione. Dopo aver accudito la moglie per oltre dieci anni, dedicandole l’intera esistenza, Giardi aveva confessato di essere stato devastato dal pensiero che, una volta ricoverata, la donna non avrebbe ricevuto le stesse cure e le stesse attenzioni che lui le aveva garantito per tutto quel tempo.
Nel determinare la pena, la Corte ha valutato la complessa situazione umana e processuale. I giudici hanno stabilito che le circostanze attenuanti dovessero prevalere sulle aggravanti contestate, ovvero il vincolo di coniugio e la condizione di minorata difesa della vittima. Nello specifico, all’uomo sono state riconosciute tre attenuanti fondamentali: quelle generiche, l’avvenuto risarcimento del danno e il vizio parziale di mente, elementi che hanno portato alla quantificazione finale della condanna dopo circa tre ore di deliberazione.














