Si aggravano ulteriormente la posizione giudiziaria e la situazione personale di René Giachi, il trentottenne di Porto Corsini già noto alle cronache per le vicende legate alla tragica scomparsa del padre. L’uomo è stato condotto nuovamente in carcere in seguito a una grave violazione delle prescrizioni imposte dalla misura cautelare cui era sottoposto. Nonostante si trovasse agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico, aveva organizzato presso la propria abitazione un ritrovo con altre persone, degenerato a causa dell’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti.
I fatti risalgono al pomeriggio di sabato scorso. La situazione all’interno dell’appartamento è sfuggita di mano al punto da spingere la madre dell’uomo a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine, preoccupata per le condizioni del figlio e per il clima creatosi in casa. All’arrivo dei Carabinieri, il trentottenne si trovava in un evidente stato di alterazione psicofisica: secondo quanto riportato, l’uomo ha assunto comportamenti aggressivi e sconnessi, arrivando a denudarsi in strada e a inveire contro gli operatori intervenuti.
I successivi accertamenti sanitari hanno confermato un tasso alcolemico superiore ai 2 g/l, oltre all’assunzione di droghe. Di fronte a tale quadro, il sostituto procuratore Angela Scorza, che coordina le indagini, ha disposto la revoca dei domiciliari e il trasferimento immediato dell’uomo presso la casa circondariale di Forlì.
Giachi si trovava ristretto presso il proprio domicilio dall’inizio di novembre, misura scattata in seguito alle accuse di stalking e minacce rivolte ai familiari di Carlo Piccolo. Quest’ultimo, trentasettenne anch’egli residente a Porto Corsini, è attualmente detenuto con l’accusa di omicidio volontario premeditato per la morte di Edi Giachi, padre di René. La vicenda, che ha scosso la comunità locale, risale al 16 ottobre scorso, quando il settantenne perse la vita a seguito delle lesioni riportate in via 6 dicembre 1944; secondo la Procura, l’anziano sarebbe stato investito volontariamente dall’auto condotta da Piccolo al culmine di una lite. Ora, questo nuovo episodio di intemperanza segna un ulteriore capitolo in una vicenda familiare e giudiziaria già estremamente complessa.













