Cronaca. Rimini Calcio: depositate le istanze in tribunale per la liquidazione volontaria

La situazione del Rimini Calcio è estremamente critica e rappresenta un momento difficile per lo sport e la città di Rimini. Le ultime notizie indicano che il club ha presentato le carte in tribunale per chiedere la liquidazione volontaria, con possibilità sempre più concrete di esclusione dal campionato di Serie C, in cui attualmente naviga con una penalizzazione di 5 punti.

Il bilancio depositato in Camera di Commercio evidenzia un buco di oltre 4 milioni di euro, confermando la gravità della crisi finanziaria. Il sindaco Jamil Sadegholvaad ha commentato la situazione, definendola una giornata triste ma sottolineando che si sta già lavorando con le istituzioni calcistiche per gestire questa fase transitoria e per pianificare un possibile ritorno del club con basi solide, sociali e finanziarie.

Il primo cittadino ha espresso speranza in una rinascita futura, evidenziando che, se si riuscirà a trovare una soluzione sostenibile, le giornate di tristezza potranno trasformarsi in un punto di partenza per un nuovo inizio. La priorità attuale è tutelare il futuro del club e mantenere viva la passione dei tifosi, attraverso un progetto che possa garantire stabilità e continuità.

Di Matteo e Ferro annunciano il ritiro e la volontà di tutela legale

L’entusiasmo iniziale si spegne di fronte alle complicazioni giudiziarie: i due imprenditori Nicola Di Matteo e Daniele Ferro, dopo aver firmato un accordo preliminare per l’acquisto delle quote del Rimini Football Club lo scorso 6 novembre, hanno deciso di recedere ufficialmente dall’accordo, denunciando un grave danno economico e legale. La vicenda si svolge in un contesto di incertezza legata alle quote societarie ancora sotto sequestro da parte del Tribunale di Milano, un aspetto che ha impedito il completamento dell’operazione nonostante i pagamenti già effettuati.

Nel comunicato diffuso, Di Matteo e Ferro spiegano di aver rispettato gli impegni economici pattuiti, versando oltre 250.000 euro come parte dell’accordo, e di aver creduto nella possibilità di contribuire alla permanenza del Rimini in Lega Pro. Tuttavia, la mancanza di libertà sulle quote, ancora bloccate dal tribunale milanese, ha reso impossibile procedere secondo i termini stabiliti, causando un grave ritardo che ha compromesso le strategie di mercato e di gestione del club. I due imprenditori sottolineano che questa situazione ha loro arrecato notevoli disagi, specialmente in un momento cruciale per il futuro della società.

Durante l’udienza di martedì a Milano, il giudice ha deciso di riservarsi ulteriori valutazioni, mantenendo le quote sotto sequestro e lasciando di fatto in sospeso ogni possibile passo avanti. Di Matteo e Ferro hanno annunciato che i loro legali intraprenderanno azioni legali per recuperare quanto già versato, ritenendo che il pagamento sia stato indebitamente trattenuto da una parte che ha beneficiato senza diritto. La loro posizione si basa sulla consapevolezza che lo sblocco delle quote non dipendeva da loro e che i costi legali sostenuti non avrebbero dovuto compromettere la trattativa, considerando anche che avevano già investito una somma consistente.

Con questa decisione, i due imprenditori si preparano a tutelare i propri diritti nelle sedi opportune, lasciando intendere che questa vicenda segna una battuta d’arresto significativa nel processo di acquisizione del club.

Questo scenario rappresenta una sfida enorme, ma anche un’opportunità per la comunità di Rimini di rinnovarsi e di cercare di salvare un simbolo importante della propria identità sportiva.