Cronaca. Rimini, ex conviventi in guerra per il cane: tra denunce incrociate e condanne finisce tutto in tribunale

Quello che doveva essere un epilogo di una relazione sentimentale si è trasformato in una complessa vicenda giudiziaria che vede contrapposti un uomo e una donna, un tempo legati affettivamente e ora avversari in un’aula di tribunale per la custodia del loro animale domestico. La disputa, che ha assunto toni aspri, ruota attorno alla proprietà di un cagnolino conteso tra un cinquantenne di origini calabresi e una sessantenne riccionese.

La vicenda ha avuto una svolta giudiziaria lo scorso 5 novembre, quando il Tribunale di Rimini ha emesso un decreto penale di condanna nei confronti dell’uomo. Il giudice ha stabilito una sanzione pecuniaria superiore ai 1.600 euro e ha ordinato la restituzione dell’animale alla ex compagna. Il cinquantenne, difeso dall’avvocato Stefano Caroli, non ha però accettato la decisione e ha presentato opposizione, deciso a dimostrare la propria innocenza e a ribaltare l’accusa di appropriazione indebita nel corso del dibattimento.

Le tensioni erano esplose già nel giugno scorso, quando la donna si era presentata presso l’abitazione dell’ex, richiedendo l’intervento dei Carabinieri di Cattolica di fronte al rifiuto dell’uomo di consegnarle il cane. La denuncia della sessantenne era scattata dopo che l’ex compagno aveva portato l’animale con sé durante un viaggio in Calabria per far visita alla madre, rivendicandone il possesso esclusivo.

Il quadro legale si è ulteriormente complicato lo scorso 8 settembre, quando la difesa dell’uomo ha depositato una serie di controquerele. L’indagato accusa infatti la ex convivente di tentata truffa, furto di documenti e falsità ideologica e materiale. Secondo la sua ricostruzione, il cane sarebbe stato un regalo ricevuto da un amico ben prima della fine della relazione; l’uomo sostiene che la donna avrebbe sottratto i suoi documenti personali per modificare illecitamente l’intestazione dell’animale presso l’anagrafe canina calabrese, intestandoselo a sua insaputa. Spetterà ora ai giudici districare questa matassa fatta di affetti traditi e carte bollate.