Cronaca. Rimini. Interrogatorio di garanzia per coniugi bengalesi accusati di matrimonio forzato della figlia

Un interrogatorio di garanzia durato quasi tre ore si è svolto oggi per i due coniugi bengalesi, di 55 e 42 anni, attualmente agli arresti domiciliari con l’ipotesi di aver rapito la figlia e costretto un matrimonio contro la sua volontà.

Gli arresti sono avvenuti la scorsa settimana su ordinanza del gip Raffaele Deflorio, su richiesta del pm Davide Ercolani che ha condotto l’indagine insieme ai carabinieri. I legali, tra i quali l’avvocata Valentina Vulpinari, hanno chiesto la revoca della misura cautelare. Il gip si è riservato di decidere.

Secondo l’accusa, la giovane — attratta in Bangladesh con la scusa che la nonna fosse in condizioni gravi — sarebbe rimasta privata dei documenti e della carta di credito per impedirle ogni via d’uscita. In Bangladesh le sarebbe stato presentato l’uomo prescelto, con il quale sarebbe stata celebrata una cerimonia matrimoniale dicembre 2024 contro la sua volontà.

I genitori respingono questa ricostruzione. A loro dire la figlia avrebbe partecipato consapevolmente al rito, successivamente avrebbe divorziato dal marito e avrebbe inventato l’intero episodio. Sostengono inoltre che lei avesse accettato di rientrare in Italia di sua iniziativa.

Stando alle indagini, dopo le nozze la giovane sarebbe stata obbligata ad assumere farmaci volti a favorire la gravidanza e sedativi per piegarne la volontà. In realtà sarebbe stata lei a sottrarre anticoncezionali di nascosto. Convinta dai genitori a tornare in Italia, una volta sbarcata a Bologna è stata accolta dalle forze dell’ordine, trasferita in località protetta e ascoltata dagli investigatori.

Le versioni delle parti restano nettamente divergenti. Al termine dell’interrogatorio, il giudice dovrà stabilire se sussistono motivi per revocare o modificare la misura cautelare nei confronti dei genitori.