Il giorno dopo la tragedia consumatasi nei cieli di Fano, la comunità riminese piange la scomparsa di una veterana del volo. L’incidente avvenuto ieri, domenica 14 dicembre, ha spezzato la vita di Violetta Laiketsion, 63enne di origini brasiliane ma residente da tempo nel quartiere di Bellariva. Una fatalità che ha colpito una sportiva di grandissima esperienza, capace di accumulare oltre cinquemila lanci in vent’anni di attività, deceduta insieme al settantenne istruttore fanese Ermes Zampa.
La donna aveva trasformato la sua passione per il paracadutismo in una vera e propria professione artistica. Senza figli, aveva dedicato la sua esistenza al cielo, specializzandosi come videomaker per le riprese ad alta quota. La sua competenza tecnica l’aveva resa una collaboratrice fondamentale per il centro di paracadutismo marchigiano, per il quale documentava i lanci in tandem, immortalando le emozioni dei partecipanti.
A rendere ancor più amara la vicenda è la dinamica tecnica emersa dalle prime ricostruzioni. Secondo quanto delineato dal direttore della scuola di paracadutismo, Roberto Mascio, la tragedia si è consumata a causa di un contatto involontario tra i due paracadutisti durante la fase di atterraggio. Nonostante la perizia di entrambi, i due non si sarebbero accorti della reciproca vicinanza, portando le vele a intrecciarsi e collassare.
Il fattore determinante è stato l’altitudine: l’incidente si è verificato a una quota stimata tra i 30 e i 50 metri dal suolo. Un’altezza definita “troppo bassa” dagli esperti per poter attuare qualsiasi manovra di emergenza o per tentare di risolvere l’avvitamento. I due sportivi, che si erano lanciati da un aereo con a bordo altre quattordici persone, sono precipitati senza avere il tempo materiale per reagire, rendendo purtroppo vano ogni soccorso giunto sul posto.
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