Cronaca. Rimini, presunta violenza sessuale su minorenne al parco Marecchia: invocata condanna a sei anni per giovane lottatore di origine afghana

La Procura della Repubblica di Rimini ha formulato ieri una richiesta di condanna a sei anni di reclusione nei confronti di un ventiduenne di origine afghana, noto nell’ambiente sportivo come campione di arti marziali. Il giovane e’ accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazza brasiliana che, al momento dell’episodio contestato, non aveva ancora compiuto la maggiore eta’. Il collegio penale, al termine della requisitoria e delle arringhe, ha stabilito un rinvio per la sentenza, attesa ora per la meta’ del prossimo marzo.

La vicenda giudiziaria affonda le radici nell’agosto del 2021. Secondo la ricostruzione dell’accusa, i due giovani si erano conosciuti frequentando la stazione ferroviaria, essendo entrambi pendolari: lei per ragioni di studio, lui per lavoro. Quello che doveva essere un pomeriggio trascorso insieme nel centro di Rimini si sarebbe trasformato in un incubo nella zona del parco Marecchia, a ridosso del ponte di Tiberio. L’imputato, che all’epoca aveva da poco compiuto diciotto anni, avrebbe condotto la quindicenne in un’area isolata iniziando a molestarla. La vittima, secondo quanto emerso, sarebbe rimasta paralizzata dalla paura, implorando il ragazzo di fermarsi e tentando invano di allontanarlo.

Un aspetto complesso della vicenda riguarda le tempistiche della denuncia. Non vi fu, infatti, una querela immediata e la frequentazione tra i due prosegui’ anche dopo l’episodio del parco. L’inchiesta scatto’ in un secondo momento, grazie all’intervento dei servizi sociali che gia’ seguivano la minore per alcune criticita’ familiari. La segnalazione degli operatori porto’ alla denuncia formale ai Carabinieri e alla successiva apertura del fascicolo da parte della magistratura, culminata nel rinvio a giudizio deciso dal Gup.

Nel corso del procedimento, durante l’incidente probatorio, la ragazza ha confermato integralmente la propria versione dei fatti e le accuse mosse contro il ventiduenne. Di contro, la linea difensiva dell’imputato e’ rimasta invariata sin dall’inizio delle indagini: il giovane sostiene che quanto accaduto fosse frutto di un rapporto pienamente consenziente. Spettera’ ora ai giudici, la prossima primavera, stabilire la verita’ processuale.