Un 60enne riminese è stato arrestato e portato nel carcere di Rimini con l’accusa di atti persecutori via web. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è coinvolto in una vicenda che ha visto per mesi due influencer lanciare minacce e insulti sui social contro un 50enne napoletano e una 45enne di Reggio Emilia.
Le indagini della Procura di Napoli, coordinate dal pm Paolo Martinelli, hanno ricostruito una persecuzione continuativa durata quattro mesi. Gli aggressori, durante dirette e video sui propri profili TikTok, hanno diffuso dati personali delle vittime, compresi nomi, fotografie e luoghi di lavoro, invitando virtualmente i follower a “prenderli”. La pressione psicologica sulle vittime è stata tale da portarle a tentativi di suicidio, poi interrotti grazie anche alla presenza dei figli minori.
Il gip ha convalidato la misura cautelare in carcere per il 60enne riminese, che si trova ora in attesa dell’interrogatorio di garanzia. L’altro protagonista della vicenda, con oltre 200mila follower, risulta al momento irreperibile. Nel suo ultimo video aveva criticato l’operato della giustizia, sostenendo che la situazione fosse assurda e ingiusta.
L’arresto rappresenta uno dei primi casi in Italia in cui la magistratura applica la custodia cautelare a soggetti accusati di stalking digitale, sottolineando l’importanza della tutela delle vittime di minacce e persecuzioni sui social network.