La magistratura intende fare piena luce sulla drammatica vicenda avvenuta all’aeroporto di Fano, costata la vita a due esperti sportivi. La Procura della Repubblica di Pesaro ha avviato formalmente un procedimento ipotizzando il reato di omicidio colposo, fascicolo al momento aperto a carico di ignoti.
Si tratta di un passaggio procedurale indispensabile per consentire lo svolgimento di tutti gli accertamenti tecnici e irripetibili necessari a chiarire l’esatta dinamica del sinistro. Nell’ambito dell’attività investigativa è stato disposto l’esame autoptico sulle salme e il sequestro dell’intero equipaggiamento utilizzato durante il lancio. Le indagini sono state affidate ai Carabinieri, che dovranno esaminare i dispositivi recuperati.
L’incidente ha coinvolto una 63enne residente a Rimini e un 70enne di Fano, entrambi paracadutisti con esperienza. Secondo le prime ricostruzioni, la tragedia si è consumata nel corso di un lancio collettivo: le vele dei due sportivi si sarebbero agganciate in volo mentre si trovavano a una quota critica, stimata tra i 30 e i 50 metri dal suolo. L’intreccio dei paracadute a tale altezza ha reso impossibile riprendere il controllo per un atterraggio in sicurezza.
Nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi, per i due atleti non è stato possibile fare nulla. Gli accertamenti tecnici disposti dagli inquirenti dovranno ora stabilire se alla base del dramma vi siano stati malfunzionamenti dei materiali, errori di manovra o altre concause determinanti.












