Un preoccupante incremento di aggressioni fisiche e verbali sta colpendo chi opera a contatto con il pubblico. È quanto emerge da una recente indagine condotta dalla Uil, che ha acceso i riflettori sulla sicurezza di infermieri, autisti, bancari e personale scolastico. Il sindacato ha tracciato una mappa del rischio che evidenzia come il fenomeno sia in netta crescita su tutto il territorio nazionale, con ripercussioni evidenti anche a livello locale.
I dati raccolti delineano uno scenario critico, in particolare per il comparto sanitario. Interpellati sulla questione, circa 1.500 responsabili della sicurezza hanno confermato la gravità della situazione: l’84% di loro ha segnalato episodi di violenza avvenuti nelle strutture di cura. A seguire, nella triste classifica dei settori più esposti, figurano il trasporto pubblico locale, gli istituti di credito e il mondo della scuola, ambiti dove la tensione sociale sembra scaricarsi sempre più spesso sui lavoratori.
Gianluca Zignani, presidente di Ital Uil, ha commentato i risultati della ricerca sottolineando come l’aumento delle aggressioni negli ultimi anni sia un dato di fatto ineludibile. Secondo il rappresentante sindacale, è ormai indispensabile instaurare una stretta collaborazione, specialmente con la pubblica amministrazione, per definire strategie efficaci a tutela delle figure professionali più fragili e maggiormente esposte al contatto con l’utenza.
Il problema tocca da vicino anche il territorio romagnolo e gli uffici pubblici. Zignani ha ricordato un episodio avvenuto a Cesena un paio di anni fa, quando si verificò un tentativo di aggressione ai danni del personale dei servizi sociali comunali; in quell’occasione, il sindacato intervenne prontamente per richiedere l’adozione di tutte le misure di protezione necessarie per garantire l’incolumità delle dipendenti.
L’attenzione del sindacato resta alta anche sul fronte delle aziende private, dove talvolta la denuncia dei rischi comporta conseguenze paradossali. Zignani ha citato il caso di un rappresentante per la sicurezza messo in cassa integrazione per un lungo periodo poiché considerato una figura scomoda. Una dinamica che, secondo l’esponente Uil, non deve assolutamente ripetersi: serve un dialogo costruttivo e trasparente tra istituzioni e parti datoriali per garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti.












