Il grave episodio di violenza sessuale avvenuto a San Mauro Pascoli ha travalicato i confini della cronaca locale per approdare al dibattito politico nazionale. Sulla vicenda è intervenuto direttamente il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, prendendo spunto dall’accaduto per ribadire con fermezza la linea del suo partito in materia di reati a sfondo sessuale. Il leader della Lega ha espresso una posizione di totale intransigenza, invocando l’assenza di sconti di pena e rilanciando la proposta politica dell’introduzione della castrazione chimica come misura di contrasto per chi si macchia di simili crimini.
Mentre la politica discute, il procedimento giudiziario fa il suo corso. È stato convalidato l’arresto per il presunto aggressore, un uomo di 26 anni di origini gambiane, che si trova ora detenuto presso la casa circondariale di Forlì. Dagli accertamenti è emerso che il giovane risulta irregolare sul territorio italiano e che il suo profilo era già noto alle forze dell’ordine.
Il quadro accusatorio si aggrava alla luce dei precedenti e della condotta dell’indagato. Secondo quanto ricostruito, l’uomo aveva violato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a cui era sottoposto, rendendosi irreperibile una decina di giorni prima dell’aggressione. Inoltre, emergono dettagli inquietanti sulla serialità dei suoi comportamenti: nella stessa mattinata della violenza avrebbe tentato di molestare un’altra persona, e episodi simili erano stati segnalati anche nei giorni precedenti.
La dinamica dei fatti, ricostruita dai Carabinieri, descrive un agguato lungo il percorso ciclopedonale del Rio Salto. L’uomo, appostato nella vegetazione, ha aggredito la cinquantenne trascinandola in una zona isolata. La vittima ha tentato strenuamente di difendersi, riuscendo anche a ferire l’aggressore a una mano, dettaglio che si è rivelato fondamentale per l’identificazione. Grazie alla descrizione fornita dalla donna e al dispiegamento di forze, che ha incluso l’uso di un elicottero, il ventiseienne gambiano è stato rintracciato poco dopo all’interno di un capanno distante circa un chilometro dal luogo del crimine.
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