Un quadro allarmante emerge dall’analisi dei dati relativi alla sicurezza nei luoghi di lavoro nelle Marche per i primi dieci mesi del 2025. Il report diffuso dalla Cgil regionale evidenzia un peggioramento generale degli indicatori, con la provincia di Pesaro-Urbino che registra il primato negativo per l’incremento del numero complessivo degli incidenti. A livello regionale, il dato più drammatico riguarda le morti bianche, in netta crescita rispetto all’anno precedente.
Nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2025, le Marche hanno contato 25 infortuni mortali, dieci in più rispetto allo stesso arco temporale del 2024. La maggior parte di questi eventi fatali si concentra nel settore dell’industria manifatturiera e coinvolge prevalentemente la fascia di lavoratori con più di 50 anni. La geografia dei decessi vede le province di Macerata e Ascoli Piceno particolarmente colpite, rispettivamente con sette e quattro vittime.
Se si guarda invece al volume totale degli infortuni, che su base regionale segna un aumento dell’1,3%, è il territorio di Pesaro e Urbino a mostrare le criticità maggiori. La provincia settentrionale delle Marche guida la classifica degli incrementi con 93 casi in più rispetto all’anno passato, seguita da Macerata (+76) e Ancona (+58).
Parallelamente agli incidenti fisici, crescono anche le denunce per malattie professionali. Un dato significativo riguarda la salute mentale: sono triplicate le segnalazioni per disturbi psichici e comportamentali, accompagnate da una risalita delle patologie del sistema nervoso. Questa tendenza suggerisce una maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori nel riconoscere e denunciare lo stress lavoro-correlato, superando vecchi tabù.
Sulla situazione è intervenuta Loredana Longhin, della segreteria regionale Cgil Marche, che ha descritto lo scenario come una strage continua, segno evidente dell’insufficienza delle misure adottate finora. Secondo l’esponente sindacale, i dati ufficiali rappresenterebbero solo la punta dell’iceberg, poiché molti lavoratori precari o sottoposti a pressioni organizzative evitano di denunciare per timore di ritorsioni o ricatti.
La Cgil sottolinea inoltre l’esistenza di un sommerso statistico legato ai settori non assicurati Inail. Longhin ha ribadito l’urgenza di potenziare la prevenzione, partendo dal principio che ogni incidente è evitabile. La qualità dell’impresa, secondo il sindacato, passa necessariamente per una formazione più incisiva, spesso malvista dalle aziende ma ritenuta lo strumento più efficace per invertire la rotta, cogliendo anche le opportunità offerte dal nuovo accordo Stato-Regioni.













